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Test universitari ‘facilitati’, spunta un indagato. L’Unimol: noi vittime, pronti a collaborare con gli inquirenti

Le indagini della Digos sarebbero partite dopo la segnalazione di uno studente

ISERNIA. A poche ore dalla divulgazione di notizie inerenti ai test universitari ‘truffa’, spunta anche un indagato, sulla cui identità, per adesso, nulla è dato sapere. Se non che – di sicuro – non sarà l’unico. Il caso è quello dei test universitari ‘taroccati’ ad opera di infiltrati: prove d’esame per corsi a numero chiuso nei quali alcuni affermati professionisti partecipano classificandosi tra i primi in graduatoria senza poi iscriversi all’ateneo. La presenza di certi personaggi, insomma, potrebbe essere servita a facilitare il superamento degli esami ad aspiranti studenti, magari non troppo preparati. L’ipotesi di reato, secondo gli inquirenti, è quella di truffa, in relazione al fatto che tali soggetti fingano da ‘infiltrati’ di una più ampia organizzazione che, in qualche modo, ‘agevola’ i raccomandati di turno passando loro le risposte. Secondo prime indiscrezioni, tutte da confermare, le facoltà finite nel mirino della procura sarebbero quella di Medicina e Ingegneria, vittime a loro volta del raggiro. Non solo il Molise, tuttavia, sarebbe interessato dalle indagini, ma l’inchiesta sarebbe piuttosto estesa a buona parte del Centro-Sud. A quanto pare, a far scattare le indagini sarebbe stata la segnalazione di uno studente. Mentre i noti professionisti, sarebbero parte di un giro d’affari sospetti molto più esteso. Intanti, l’Università degli studi del Molise prende le distanze dalla presunta truffa e si dice disponibile ad una collaborazione con gli inquirenti. “L’Università degli Studi del Molise – si legge in una nota ufficiale – con riferimento alle notizie apparse il 10 luglio 2013 sugli organi di stampa e di informazione relative alle indagini sul presunto tentativo di inquinamento delle prove di accesso ai corsi di laurea a numero chiuso, in particolare al corso di laurea magistrale in Medicina e chirurgia, precisa, con ferma chiarezza, di essere parte lesa degli eventuali reati commessi. Nel confermare la doverosa disponibilità a collaborare con gli organi inquirenti – conclude la nota – l’Università si riserva di tutelare, nelle opportune sedi giudiziarie, la propria posizione e i propri diritti nei confronti dei soggetti che risultassero responsabili di comportamenti illeciti”.
 

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