HomeNotizieCRONACAMaxievasione fiscale, sequestrati beni per 2.5 milioni di euro

Maxievasione fiscale, sequestrati beni per 2.5 milioni di euro

Denunciati due imprenditori. La Guardia di Finanza accerta il mancato versamento all’Erario di imposte e ritenute alla fonte per circa 5 milioni di euro

ISERNIA. Le Fiamme Gialle di Isernia, eseguendo un’ordinanza emessa dal Tribunale pentro, hanno sottoposto a sequestro “per equivalente” immobili, quote societarie e disponibilità liquide per oltre due milioni di euro, sottraendoli alla disponibilità dei due amministratori che si sono succeduti nella gestione di una primaria azienda della Provincia isernina. L’attività di accertamento fiscale, iniziata nel mese di febbraio del 2013, aveva consentito di appurare il mancato versamento da parte della Azienda ispezionata – con sede a Roma, ma unità operativa nella provincia pentra – di imposte e di ritenute alla fonte, per circa 5 milioni di euro, negli anni tra il 2010 ed il 2012. Dopo una puntuale ricerca diretta ad appurare la reale disponibilità patrimoniale degli amministratori che si erano succeduti nella gestione della società, i finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria hanno avanzato la richiesta cautelare reale alla locale Procura della Repubblica, al fine di garantire il credito vantato dall’Erario. Lo strumento giuridico del “sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente” – introdotto nel nostro ordinamento dalla legge finanziaria del 2008 anche per i reati tributari – consente di assumere misure ablative sui beni nella disponibilità del reo, anche se questi non hanno alcun collegamento diretto con il singolo reato, ma ne rappresentano il controvalore. Il legislatore ha voluto così disincentivare l’evasione fiscale, privando colui che la commette del vantaggio economico derivante dal mancato pagamento delle imposte, in danno delle entrate tributarie. Il Procuratore della Repubblica, dottor Paolo Albano, ha inoltrato l’istanza al Tribunale di Isernia che, alla luce dei fatti rappresentati, ha ritenuto sussistenti tutti i presupposti di legge per poter emettere l’ordinanza con cui è stata disposta la misura cautelare nei confronti degli amministratori denunciati, che ha interessato i beni rientranti nel loro patrimonio, situati non solo ad Isernia ma anche a Roma, Napoli, Nettuno, Viterbo, Ancona, Rimini e Modena.

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