Dopo la vittoria dell’avvocato Angelo Cutone dinanzi al giudice di pace, il sindacato Csa e il Comitato Pro Trignina pensano alla richiesta di risarcimento collettivo
MACCHIA D’ISERNIA. Non sono bastate le proteste e l’interrogazione parlamentare: adesso si sta valutando l’idea di passare ad una class action per risolvere la questione autovelox di Macchia d’Isernia. L’ultima proposta è stata lanciata da Csa Fiadel e dal comitato Pro Trignina per tutelare tutti gli automobilisti che si sono visti recapitare una multa e l’hanno pagata. L’obiettivo è chiedere i danni indietro per le contravvenzioni ritenute ingiuste. L’apparecchio per il rilevamento della velocità, infatti, in pochissimo tempo, ha mietuto diverse ‘vittime’ e il conto delle contravvenzioni ha sfondato di molto il milione di euro. “E’ un salasso per gli automobilisti, vanno ricercate altre soluzioni per creare sicurezza lungo la strada” hanno detto i rappresentanti delle associazioni, Feliceantonio Di Schiavi e Antonio Turdò, nel corso di una conferenza stampa nella quale hanno annunciato l’intenzione di partire con la class action. Tra l’altro le ultime notizie confermano i gravi errori da sempre contestati sull’errato posizionamento dell’apparecchio, come ribadito dall’avvocato Angelo Cutone; il legale si sta occupando della vicenda per conto di alcuni clienti, i quali hanno contestato le contravvenzioni e si sono visti riconoscere la ragione da parte del giudice di pace. “Dall’esibizione in giudizio è emerso che l’apparecchiatura era stata sì autorizzata, ma prevista sul lato sinistro in direzione Isernia–Venafro. E’ evidente come l’apparecchio sia invece stato posizionato sul lato destro. Il giudice di pace, pertanto, ha deciso di accogliere le nostre istanze” ha spiegato Cutone.
