Rionero, i cittadini reclamano l’ex asilo

La struttura di proprietà della Curia si trova da anni in uno stato di totale abbandono. Ma nonostante le associazioni cattoliche e religiose presenti nel piccolo Comune molisano, dopo il terremoto del 2002, siano riuscite a ottenere un finanziamento al fine di renderlo agibile, l’edificio non è mai stato messo in sicurezza.L’ex sindaco Giuseppe Fioritto, pertanto, ha deciso di scrivere una lettera al Vescovo di Trivento, Domenico Angelo Scotti, nelle cui mani finì la pratica relativa alla ristrutturazione dello stabile

 

RIONERO SANNITICO. L’ormai ex asilo del Comune di Rionero Sannitico, di proprietà della Curia, verte in un totale stato di abbandono da oltre 10 anni. A seguito del tragico terremoto del 2002, l’allora Sindaco Orazio Ciummo ne decretò, di fatto, la chiusura immediata dichiarandolo inagibile. Con il passare degli anni, constatato che nessuna delle parti interessate paresse volersene fare carico, l’amministrazione comunale, la Chiesa e diversi gruppi indipendenti di cittadini rioneresi iniziarono a discutere e a proporre progetti validi e fattibili al fine di riconsegnare, in condizioni di massima sicurezza, lo stabile alla popolazione. A tale scopo, l’allora gruppo dell’Azione cattolica e l’associazione Don Antonio Fioritto richiesero e ottennero un finanziamento al fine di procedere alle verifiche necessarie. I documenti relativi alla pratica, dopo essere stati consegnati nelle mani del parroco, giunsero a Sua Eccellenza, il Vescovo di Trivento, monsignor Domenico Angelo Scotti. Da allora, sebbene sia stato certificata e documentata la totale incuria, peggiorata grazie al costante utilizzo della struttura a mo’ di deposito da parte di alcune ditte che espletavano lavori commissionati dalla precedente amministrazione comunale, il popolo di Rionero Sannitico non si è mai arreso. E ancora speranzosa la cittadinanza si augura che almeno quest’ultima lettera aperta, rivolta al Vescovo di Trivento, firmata Giuseppe Fioritto, ex sindaco di Rionero non resti disattesa. Ecco il contenuto integrale della missiva:

“Eccellenza, mi presento per l’ennesima volta, sono Giuseppe Fioritto, un cittadino di Rionero Sannitico. Più di una volta ho sentito la necessità di  convincerLa a destinare il vecchio e dismesso asilo alla comunità di Rionero Sannitico, la stessa comunità che, sulle macerie ancora fumanti delle seconda guerra mondiale, costruì pietra su pietra e mattone su mattone la sala parrocchiale, spinta dalla convinzione che solo in questo modo avrebbe potuto ricompattare il  Paese, riconoscendosi e facendosi riconoscere sotto la bandiera ed i valori della rinnovata Azione Cattolica. Le ho elencato tante motivazioni e tante sensazioni. Le ho voluto ricordare che l’asilo, sin dal dopo guerra, ha rappresentato la Chiesa viva ed operativa in mezzo agli umili, ha accolto il bisognoso ed il debole, ha coperto funzioni sociali, ha rinvigorito gli animi, ha donato anche ai più duri e più scettici la capacità di sorridere,  ha dato motivo di immaginare un  futuro migliore, ci ha reso amici, ma in modo particolare ci ha fatto sentire unici e non un numero dei numeri nei nostri problemi, nei nostri dubbi, nelle nostre conquiste, nei nostri primi amori, nel momento del dolore. Eppure, nonostante ciò, ho sempre avuto la sensazione che io non sia mai riuscito a convincerLa che, permettendo ai cittadini di Rionero di fruire ancora una volta di quell’asilo, per meglio dire, di quelle pietre ormai  abbandonate al degrado ed alla più impropria e deplorevole  delle utilizzazioni, non avrebbe favorito solo un gruppo a discapito di altri,  ma avrebbe favorito tutta la comunità, dando ad essa l’opportunità, non la certezza,  di ritrovare e riavvicinarsi a valori, princìpi e scopi di cui oggi in tanti abbiamo perso traccia. I giovani del 1940 ritrovarono la forza di rialzarsi attorno ad una Croce sulle macerie di un paese distrutto, si dia ai giovani del 2000 la possibilità di ritrovare se stessi attorno a quello che resta di un asilo le cui radici ancora vivono nei nostri cuori  e nei ricordi raccontati ai nostri figli. Mi sembrava, allora, una richiesta non eccessiva visto che lo stesso asilo, pur dato in uso alla amministrazione comunale a seguito del terremoto del Molise per utilizzazioni nel rispetto di cosa era ed era stato, veniva utilizzato come deposito per aziende edili nel totale disprezzo di quelli che erano i resti di simboli a noi sacri. Poi, un giorno, in uno degli incontri da alcuni cittadini richiesti e da Lei concessi, Lei ci ha parlato di nuovi progetti per l’asilo e da allora mi son fermato. Sino ad oggi nulla è accaduto mentre l’asilo continua a cadere e con esso le nostre coscienze. Quando ci si trova a passare nei pressi sentiamo di comportaci come se ad un amico che ci ha dato tanto rispondessimo:  “Oggi non posso, oggi non sono più in grado di ascoltarti, ho tante, mille cose (inutili) da fare, scusami” e abbassando gli occhi tiriamo avanti sordi. Oggi, leggendo alcuni appunti di Adriano Olivetti, ho pensato: forse le parole e le esperienze di un uomo così importante e credibile potranno convincere il nostro Vescovo che destinare alla comunità di Rionero Sannitico il vecchio asilo così com’è,  con tutto il suo valore spirituale e le intrinseche potenzialità sociali e morali, oggi, sì proprio oggi che tutte le certezze ed i valori paiono subire la forza del male, questo vecchio asilo potrà ancora una volta venire in aiuto di Rionero Sannitico. Forse mi illudo, forse ancora una volta non risponderà a questa ulteriore supplica, ma sento che debbo riprovarci. E’ il tempo”.

Giuseppe Fioritto