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Protezione Civile nel caos: ricostruzione ferma, licenziamenti in arrivo e sindaci in rivolta: “Da Frattura e Ciocca promesse disattese”

Venti milioni di euro, 15 per il 2013 e 5 per il 2014: queste le somme, non un centesimo di più, che la Regione Molise può concretamente spendere e neanche per la nuova ricostruzione post-terremoto: vanno ancora pagati lavori già realizzati dalle imprese. Eppure sono 346 i milioni di euro che l’ex presidente della Regione ottenne dallo Stato – 326 ancora  giacciono nelle casse romane – per terminare i lavori. Se l’attuale governatore Frattura (a settembre affermava: “Ricostruzione completa entro il 2015″) non riuscisse a superare l’ostacolo del patto di stabilità, ottenendo da Roma pochi ”spiccioli” alla volta, ci vorrebbero all’incirca 21 anni per spendere e investire in infrastrutture l’intero finanziamento. La Regione ha tempo fino al 31 dicembre 2018 per “aprire, chiudere i cantieri” e pagare le imprese, ma in cassa – nonostante le note stampa del governatore – ci sono sempre gli stessi soldi da un anno. Durissima la posizione dei sindaci del cratere: “Da Frattura e Ciocca impegni clamorosamente disattesi”. E i 218 dipendenti della Protezione Civile che la Regione vuole mandare a casa annunciano battaglia.

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