E’ quello che è venuto fuori dall’analisi condotta da Legambiente, che ha presentato oggi il suo dossier ‘Pendolaria 2017’
CAMPOBASSO. La Campobasso-Roma tra le dieci peggiori tratte ferroviarie italiane secondo i pendolari. Un risultato impietoso per la principale linea ferroviaria del Molise, quella che viene fuori dall’analisi di Legambiente, che ha presentato un dossier e lanciato oggi la sua campagna ‘Pendolaria 2017’, a favore degli oltre 3 milioni di italiani che viaggiano con il treno.
La Campobasso-Roma è all’ottavo posto della classifica in cui figurano anche la Roma-Lido, la Circumvesuviana, la Reggio Calabria-Taranto, la Verona-Rovigo, la Brescia-Casalmaggiore-Parma, l’Agrigento-Palermo, la Settimo Torinese-Pont Canavese, la Genova-Savona-Ventimiglia, la Bari-Corato-Barletta.
Non è bastata dunque l’introduzione dei nuovi treni Swing. Il servizio resta insufficiente, secondo i viaggiatori. Nell’analisi di Legambiente non manca una valutazione dei problemi che si registrano sulla Campobasso-Roma, che è frequentata da molti pendolari ma dal 2010 a oggi ha visto una diminuzione del numero di treni del 42,8%, passando dalle 10 coppie giornaliere di treni diretti alle 7 attuali, per un viaggio di oltre 3 ore e 10 minuti. Quando va bene.
La linea è complessivamente di 244 km ma i problemi riguardano in particolare i 75 km sulla tratta Campobasso e Roccaravindola, che sono ancora a binario unico non elettrificato. E‘ infatti qui che si registrano i maggiori problemi di lentezza e inadeguatezza del servizio: 53 minuti nella tratta tra Campobasso e Isernia, con una velocità media di nemmeno 55 chilometri orari, su una linea sostanzialmente vuota.
I pendolari hanno lamentato nel corso dell’ultimo anno ripetuti episodi di gravi ritardi e di malfunzionamento dei convogli: treni costretti a frequenti soste in varie stazioni per il bagno non funzionante, aria condizionata guasta in estate, sovraffollamenti e ritardi che sono arrivati a superare in alcuni casi un’ora. A volte anche molto di più. Cronache di viaggi da incubo finiti nel report di Legambiente. Che li ha riportati nella sua ‘Pendolaria’.