Ribaltata la sentenza del Tar, con l’accoglimento del ricorso presentato dall’associazione ‘Amici del tartufo’ e dai cavatori locali. L’annuncio degli avvocati dei ricorrenti
MACCHIAGODENA. Il Consiglio di Stato, con ordinanza n.3129/2018 del 6 luglio scorso, ha accolto l’appello cautelare proposto dall’Associazione “Amici del tartufo” e da decine di cavatori di Macchiagodena e ribaltato il verdetto del Tar Molise, sospendendo gli atti regionali di riconoscimento e affidamento della tartufaia di Macchiagodena al consorzio privato “Tuber macchiagodenese”.
A darne notizia gli avvocati dei ricorrenti Margherita Zezza, Pino Ruta e Massimo Romano. Il pronunciamento della Quinta Sezione del Consiglio di Stato ha stabilito – si apprende dai legali – che “il ricorso risulta assistito da fumus boni iuris, in quanto la natura produttiva e l’evidente rilevanza economica della tartufaia ostano, alla luce dei noti principi a tutela della concorrenza di rilievo costituzionale ed eurounitario, alla possibilità che la stessa sia oggetto di un affidamento diretto a semplice domanda”, ritenendo “prevalente l’interesse dei ricorrente a ripristinare la situazione di libera ricerca dei tartufi venuta meno per effetto del provvedimento impugnato”.
“Il Consiglio di Stato – commentano soddisfatti gli avvocati – ha ripristinato un principio ormai consolidato in materia di concessione di beni pubblici suscettibili di sfruttamento economico, come nel caso del territorio comunale destinato a tartufaia controllata in assenza di procedure selettive e di corrispettivi economici. Il pronunciamento ha, pertanto, disposto la sospensione degli atti regionali di affidamento della stessa tartufaia al consorzio privato, riaffermando il principio della libera ricerca e raccolta”.
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