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Sisma e sicurezza dei viadotti, stato di allerta anche per la Trignina: nasce comitato ad hoc

Gli abitanti della zona chiedono interventi per la sistemazione dell’arteria stradale. Automobilisti preoccupati per il sovraffollamento della Statale 650, dopo la chiusura della Fondivalle Biferno


ISERNIA. Non sono solo la Strada Statale 647 ‘Fondovalle Biferno’ e il lungo viadotto sul lago del Liscione a destare preoccupazione, che può trasformarsi in paura, dopo le tragiche vicende di Genova ed il quasi contestuale sciame sismico in Molise.
La chiusura della “Bifernina”, nel tratto interessato alle verifiche (finalmente e giustamente lunghe e scrupolose), oltre a quella della provinciale di Sant’Angelo del Pesco, sta causando sulla “parallela” Statale 650 Fondovalle Trigno un aumento del traffico, sia leggero, dato anche il periodo estivo, sia soprattutto pesante, con gli autoarticolati (tante le bisarche, costrette a percorrerlo, provenienti dalla Sevel in Val di Sangro cariche di furgoni) che dalla costa adriatica si vedono costretti a imboccare questa unica strada per spostarsi verso le zone interne del Molise o verso il Tirreno.
E, di conseguenza, cresce l’apprensione per la sicurezza della, teatro periodico di incidenti di particolare gravità, a causa di fondo sconnesso particolarmente insidioso con la pioggia e curve “cieche”.
Ma a far aumentare la preoccupazione degli automobilisti sono i numerosi e lunghi viadotti della Statale 650, sottoposti in questi giorni (dopo anni di usura e minima manutenzione) a “stress da sovraffollamento” non indifferente e carichi oltre misura.
Più di tutti, ad essere nel mirino è il viadotto Gamberale, lungo 1420 metri, con una altezza massima di 90 metri, sostenuto da diciassette piloni, posto tra due gallerie tra gli svincoli di Chiauci e Civitanova del Sannio, e finito anche sulle cronache di diverse testate nazionali. Costruito alla fine degli anni ’70 per sostenere una mole di traffico di gran lunga più leggera di quella attuale, già diversi anni fa fu chiuso perché una mattina di colpo si aprì una voragine al centro di una corsia che per puro caso non fece precipitare nel vuoto le auto in transito. Poi, più recente, la scoperta alla base dei piloni, di pezzi di calcestruzzo caduti e che hanno lasciato scoperti i ferri di sostegno ormai arrugginiti, con controlli successivi che avrebbero messo in evidenza problemi di appoggi.
L’Anas alcuni mesi fa ha stanziato circa tre milioni di euro per la sua risistemazione e ha appaltato i lavori che però partiranno solo nel maggio dell’anno prossimo, con l’apprensione degli utenti che aumenta giorno dopo giorno.
Tanto che la popolazione della zona ha deciso di dare vita a un comitato che avrà come obiettivo la vigilanza per segnalare le varie problematiche inerenti alla Trignina, chiedendo interventi risolutivi di messa in sicurezza.

Camillo Pizzi

 

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