Sanità, Mattarella ‘salva’ Toma

La notizia corre veloce negli ambienti capitolini ma è ancora ufficiosa. Ci sarebbe l’intenzione del Quirinale di eliminare dell’attuale provvedimento le questioni non ritenute di stretta urgenza. Fiducioso il presidente della Regione


ROMA. “Un decretone con troppe cose dentro”. Così l’Agenzia Giornalistica Italiana definisce il ‘Decreto emergenza’, giunto sul tavolo della Presidenza della Repubblica. E riferisce di “interlocuzione a livello di uffici tecnici, con alcune correzioni apportate”.

A quanto pare, dunque, il Quirinale pur di approvare in tempi brevi il provvedimento atto a favorire gli interventi dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, sarebbe intenzionato a stralciare alcune delle norme inserite, relative ad emergenze considerate ‘spurie’, per rinviarle ad un momento successivo.

Tra queste potrebbe esserci proprio l’eliminazione della disposizione relativa all’incompatibilità tra la figura di presidente di Regione e quella di commissario ad acta per la sanità.

Norma ‘cara’ al Movimento Cinque Stelle, fortemente determinato a portarla avanti e, dunque, a riproporla in futuro nel caso si rendesse necessario.

La notizia che riaccende le speranze del governatore del Molise Donato Toma è al momento ufficiosa, ma trova una serie di riscontri tra le indiscrezioni.

La notizia che riaccende le speranze del governatore del Molise Donato Toma è al momento ufficiosa, ma trova una serie di riscontri tra le indiscrezioni.

E lo stesso presidente della Regione sembra guardare con fiducia a tale possibilità: “Confido nell’attenzione del Presidente della Repubblica, – dichiara all’Ansa – la norma inserita nel Decreto legge Emergenze non ha il carattere della necessità e urgenza.
Auspico che il Capo dello Stato stralci questa norma, ho molti dubbi – osserva – a mio avviso è un atto che va assunto con il carattere dell’ordinarietà, con una legge, attraverso il dibattito parlamentare, e non con un decreto che è immediatamente esecutivo. Poi, se non dovesse essere così, – conclude con una citazione – ai posteri l’ardua sentenza”.

(Seguono aggiornamenti)