HomeNotizieCRONACAAuditorium, 'sfonda' il murales e fugge

Auditorium, ‘sfonda’ il murales e fugge

L’incidente è accaduto alle prime luci dell’alba di oggi, forse a causa della pioggia. Sul posto gli agenti della Squadra Volante che hanno eseguito i rilievi per identificare l’autore. La parete distrutta ha rivelato la presenza di un archivio. Segnalata la presenta di un carroattrezzi


ISERNIA. Non un atto di vandalismo, ma un’auto ha sfondato letteralmente il muro che ‘ospita’ il murales dell’Auditorium che commemora le vittime di femminicidio, prima fra tutte Stefania Cancelliere, l’isernina uccisa dal marito, nel giugno del 2012 nel Comasco.

buco auditoriumStando a quanto ricostruito fino a questo momento la vettura, questa mattina presto, forse a causa della pioggia e del conseguente asfalto scivoloso, è letteralmente entrata nel muro (o meglio tramezzo) e lo ha sfondato. L’automobilista è scappato, lasciando comunque tracce del suo ‘passaggio’. Non si esclude possa aver assunto sostanze alcoliche prima di mettersi alla guida, motivo per il quale ha pensato bene di fuggire.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Volante che hanno eseguito i rilievi del caso e hanno ascoltato alcune testimonianze in cerca di elementi utili a dare un volto e un nome all’autore. Si stanno facendo verifiche nei pronto soccorso e nelle officine della zona. E sempre in mattinata, un’altra auto, a causa della pioggia, ha perso il controllo ed è finita contro in marciapiede antistante il murale. 

Il ‘buco’ creato nella parete ha rivelato la presenza di un archivio. In quella stanza si stanno rilevando tracce dell’auto.

Inoltre, nella zona dell’auditorium sono installate alcune telecamere di videosorveglianza, le cui immagini potrebbero essere utili alle indagini. Secondo un post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale dell’Auditorium, infatti, intorno alle 5:52 un carroattrezzi si sarebbe recato sul posto per spostare la vettura ‘incriminata’. Di qui l’esortazione al protagonista dell’incidente ad autodenunciarsi, per non lasciare nei guai solo l’amico complice, proprietario del mezzo di ‘soccorso’.

Prima che fosse realizzato il murales, già in passato una vettura sfondò lo stesso tramezzo. E qui si apre un altro capitolo, quella della qualità dei materiali utilizzati dalla ditta che si aggiudicò l’appalto. Non il massimo, in termini di resistenza, alla prova dei fatti.

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