HomeNotizieCRONACACampobasso, crollo annunciato: il magistrato prende tempo, spunta un video

Campobasso, crollo annunciato: il magistrato prende tempo, spunta un video

Si sono conclusi il sopralluogo sull’edificio dei proprietà della “DB Costruzioni srl”, oggetto del vincolo imposto dalla Soprintendenza e di un contenzioso amministrativo e la riunione convocata a Palazzo San Giorgio. La relazione tecnica commissionata dallo studio legale Di Pardo, che assiste la società proprietaria, aveva già individuato il possibile scenario che si è materializzato ieri pomeriggio. Il magistrato si è preso del tempo per decidere l’iter da seguire: spunta un video al vaglio degli inquirenti. Un nuovo incontro previsto già per domani mattina.


CAMPOBASSO. Riunione tecnica con tutti gli enti preposti per decidere cosa fare del capannone interessato dal crollo del tetto ieri pomeriggio, nel centro di Campobasso. Presenti a Palazzo San Giorgio oltre al sindaco Antonio Battista, il magistrato Vittorio Gallucci, titolare del fascicolo aperto ieri dalla Procura della Repubblica, i Vigili del Fuoco e la proprietà dello stabile, rappresentata dall’avvocato Salvatore Di Pardo.

Un incontro durato molte ore, teso ad individuare il percorso da compiere per evitare ulteriori pericoli, fortunatamente scampati ieri pomeriggio. Il magistrato avrebbe preso del tempo per visionare le immagini di un video, girato nell’imminenza del crollo, per acquisire maggiori informarzioni sul cedimento della copertura.

Decisione rinviata, forse a domani, anche sull’eventuale demolizione dello stabile.

Era considerato un vero capolavoro di archeologia industriale, sottoposto per questo ad un vincolo della Soprintendenza – che era a conoscenza dell’elevato rischio crollo –  l’edificio posto all’angolo tra Via Gazzani e via Monsignor Bologna.

Ieri pomeriggio il tetto di quel vecchio capannone ormai fatiscente e abbandonato, di fianco al quale scorrono – distratti – il traffico caotico della città e centinaia di persone ogni giorno, è letteralmente imploso, preceduto dal boato che ne annunciava il crollo. Motivi questi dell’ulteriore approfondimento che sarà condotto dalla Procura.

I momenti del collasso della struttura sono stati  ripresi con un cellulare: su quelle immagini il magistrato Gallucci intende ragionare ancora.

Un caso fortuito che tutto sia avvenuto di sabato pomeriggio, con città quasi deserta. I detriti, che hanno invaso la sede stradale, avrebbero potuto fare davvero del male a qualche ignaro passante o piombare sulle auto ferme nel traffico di quella strada imbuto, l’unica da percorrere per raggiungere ogni angolo della città.

Costruito negli anni Trenta, è lo scenario che ci si trova di fronte ogni giorno, passando di lì. I finestroni ampi e dai vetri rotti, l’intonaco ormai corroso dalla pioggia e dal vento. Ieri la copertura è venuta giù, con tutto il suo carico di storia e di contenziosi legali.

perizia crollo

“Una copertura in laterizio continuo, un unicum a livello nazionale” raccontano i conoscitori della storia del capoluogo.

Non è così per lo studio tecnico che sulla struttura di proprietà della ‘DB costruzione srl” ha redatto una perizia nella quale ha – ampiamente e dettagliatamente – previsto tutto quanto accaduto ieri.

Ritenendo insussistenti i vincoli imposti dalla Soprintendenza, poiché la struttura si presenta come “ordinaria e si riconosce mediamente in tutta Italia”, nella valutazione critica effettuata dalla studio Chiavaro “sull’asserito interesse storico e architettonico dell’edificio” si legge che “la copertura a volta è realizzata con un solaio SAP, brevettato negli anni Trenta a cura della ditta produttrice di laterizi RDB con l’obiettivo di ideare strutture idonee a coprire gli hangar dell’aeronautica militare secondo gli impegni statici e gli orientamenti strategici dell’epoca”.

Si tratta di ‘paleo brevetti’ che “riflettono la genericità della cognizione ingegneristica dell’epoca sia in fatto di calcolo dell’azione esterna (ad esempio la neve che cade copiosa su Campobasso) sia in fatto di reale comportamento dei materiali costruttivi”.

All’epoca della costruzione dell’edificio si utilizzavano, infatti, materiali scadenti, frutto anche della crisi economica che imperversava proprio sul finire degli anni Trenta.

 

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