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Investita in via Cavour, è deceduta. Caso chiuso da 4 mesi: pena patteggiata e risarcimento pagato

Il legale dell’infermiera, l’avvocato Maria Assunta Baranello, chiarisce: la posizione della mia assistita è stata definita e non esiste elemento alcuno, allo stato, che possa ricondurre il decesso dell’anziana signora al sinistro


CAMPOBASSO. Quelle immagini, catturate dall’impianto di videosorveglianza della Caserma dei Carabinieri di Campobasso, oggi tornano prepotentemente in cronaca perché la vittima di quell’incidente stradale è deceduta dopo dieci mesi di sofferenze.

Era la notte tra il 17 e il 18 maggio scorso quando, intorno alle 4, una donna (che lavora in ospedale come infermiera, sposata e mamma di 2 bambini), percorrendo via Cavour pochi metri prima della rotonda che immette lungo via Mazzini travolse una donna che camminava lungo il ciglio della strada. Le immagini consentirono di risalire all’identità della 40enne che alla guida della sua auto, dopo l’impatto, si rimise al volante e tornò a casa lasciando a terra l’anziana donna, di 88 anni, il cui cuore ha cessato di battere in queste ore.

Il comportamento dell’infermiera, molto benvoluta anche nell’ambito professionale, venne registrato dalle telecamere: dopo l’impatto, percorse qualche metro e scese dall’auto come per accertarsi di non aver colpito qualcosa, un marciapiede oppure un animale.

Un rapido giro intorno all’auto e poi di nuovo alla guida in direzione casa. Pare che avesse trascorso qualche ora in compagnia di alcune amiche in un locale cittadino per festeggiare una ricorrenza. L’anziana restò a terra fino all’intervento dei sanitari e delle forze dell’ordine che immediatamente, grazie appunto ai filmati della videosorveglianza, riuscirono a risalire al proprietario dell’utilitaria coinvolta nell’incidente. La 40enne fu accusata di omissione di soccorso e fuga, guida in stato di ebbrezza e fu rinchiusa nel carcere di Benevento dove restò per pochi giorni visto che il 21 maggio , nel corso dell’udienza di convalida, il gip accolse le tesi della difesa della donna, rappresentata in aula dall’avvocato Maria Assunta Baranello. In sostanza, l’infermiera ammise di aver sbagliato nel mettersi alla guida nonostante avesse bevuto qualche bicchiere con le amiche ma sostenne di non essersi accorta di aver investito una persona. E nel novembre scorso il caso si è chiuso con il patteggiamento della pena a 3 anni e 3 mesi di reclusione e il risarcimento del danno.

L’avvocato Maria Assunta Baranello, difensore dell’Infermiera, riferisce che “la posizione della propria assisita è stata definita, già nel novembre 2018, con un rito alternativo e rileva, inoltre, che non esiste elemento alcuno, allo stato, che possa ricondurre il decesso dell’anziana signora al sinistro occorsole”.

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