Gli operatori costretti a chiamare le forze dell’ordine vista la reazione spropositata del giovane che ha cominciato, da qualche tempo, ad affrontare un percorso di riabilitazione dopo il periodo trascorso nel carcere di via Cavour per maltrattamenti in famiglia
CAMPOBASSO. E’ finito di nuovo nel carcere di via Cavour, dopo un periodo di libertà, seppur all’interno di una comunità di recupero per tossicodipendenti.
Una storia come tante, purtroppo: un trascorso difficile, nonostante la giovane età, alle prese con la droga al punto di arrivare a scaricare la propria rabbia contro le persone più care, quelle che vogliono solo salvarlo. Tirarlo fuori per i capelli dall’inferno. Era stato arrestato, su ordine della Procura del capoluogo, perché la violenza – con la quale reagiva allo stato di astinenza da droga – trovava lo sfogo in casa. Contro mobili e suppellettili ma, soprattutto contro la mamma e la famiglia, ‘colpevoli’ di non assecondare il continuo e irrefrenabile bisogno di soldi. Una madre provata, dalle violenze fisiche e soprattutto dal dolore che le provocava vedere quel figlio amato che stava perdendo, giorno dopo giorno, la voglia di vivere e sorridere. E così la richiesta d’aiuto alle forze dell’ordine, la decisione sofferta di vederlo andare via con la speranza che il soggiorno forzato in cella lo avrebbe potuto aiutare, dare una scossa a quella vita ‘a perdere’. Così è stato per qualche tempo: dopo la cella in via Cavour, una comunità di recupero dove però, l’astinenza, la ‘scimmia, si è impossessata di lui ancora una volta. Al punto da costringere gli operatori a chiamare di nuovo la Polizia che lo ha riportato in via Cavour.
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