Processo a Mimmo Lucano, il vescovo Bregantini tra i testi della difesa

Nel processo in corso a Locri sui presunti illeciti nella gestione dei migranti


CAMPOBASSO. L’arcivescovo di Campobasso-Bojano Giancarlo Bregantini, che prima di arrivare in Molise è stato vescovo di Locri per 15 anni, e il magistrato calabrese Emilio Sirianni, in servizio alla Corte d’appello di Catanzaro, saranno sentiti, come testi della difesa, nel processo in corso a Locri, in Tribunale, a carico dell’ex sindaco di Riace Domenico Lucano. Lucano e altre 26 persone sono sotto processo per i presunti illeciti nella gestione dei migranti nel centro della Locride.

Il collegio, presieduto da Fulvio Accurso, ha invece rigettato la richiesta avanzata dai difensori di Lucano, avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua, di sentire il deputato Vittorio Sgarbi.

Nel corso dell’udienza di oggi il Tribunale ha sentito come primo teste dell’accusa rappresentata in udienza dal procuratore di Locri, Luigi D’Alessio, e dal pm Michele Permunian, il tenente colonnello Nicola Sportelli, responsabile del Gruppo di Locri della Guardia di Finanza.

L’ufficiale, nella sua deposizione, ha evidenziato che l’indagine sfociata poi nell’operazione ‘Xenia’, è partita a seguito dei capillari controlli effettuati sul sistema di accoglienza dei migranti a Riace, dai funzionari del Ministero dell’Interno prima e della Prefettura di Reggio Calabria poi. Domenico Lucano oggi non era in aula. La prossima udienza è in programma per domani.

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