Isernia, auto a noleggio per svaligiare scuole e municipi: ecco come agivano i ladri seriali

Illustrati in Procura Isernia i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto dei due pregiudicati campani autori di oltre 100 furti in quattro regioni. In sei mesi hanno rubato mille apparecchiature informatiche del valore di oltre 350mila euro


di Deborah Di Vincenzo

VENAFRO/ISERNIA. Affittavano un’auto, mettevano a segno i furti, scassinavano i distributori e poi chiamavano le mogli per dire che era andato tutto bene. Questo il modus operandi utilizzato dai due ladri seriali arrestati dai carabinieri dalla Compagnia di Venafro, perché ritenuti gli autori di oltre 100 colpi attuati nel giro di sei mesi nelle scuole e nei municipi in Molise, ma anche in Lazio, Campania e Puglia.

carabinieri furti 1I dettagli dell’inchiesta, partita nel maggio dello scorso anno, sono stati illustrati in conferenza stampa dal procuratore capo Carlo Fucci, insieme al sostituto Maria Carmela Andricciola, al tenente colonnello Gennaro Ventriglia (comandante provinciale dell’Arma) e al capitano Mario Giacona (comandante della Compagnia di Venafro).

Le ordinanze di custodia cautelare sono scattate nei confronti del 40enne Salvatore Gatto e del 25enne Ciro Cositore, entrambi pregiudicati della provincia di Napoli. Gatto, considerato la mente della banda, era già in carcere a Ponte San Leonardo, perché ritenuto tra l’altro autore del tentato furto che si è registrato qualche settimana fa al Comune di Sessano del Molise. Il 25enne, al termine delle ricerche, è stato rintracciato nella sua casa di Napoli e rinchiuso nel carcere di Poggio Reale.

Le indagini sono partite a seguito di alcuni furti che nella primavera del 2018 si sono registrati in alcune scuole di Isernia e Venafro – come la San Giovanni Bosco e la Don Giulio Testa – ma anche in altri istituti della provincia. Dalle aule informatiche erano spariti pc portatili, tablet, notebook e persino un drone.telecamere arresti

Ingente il danno arrecato allo Stato e soprattutto agli studenti che si sono visti sottratti strumenti indispensabili per la loro attività didattica. Dalle stime effettuate fino a questo momento si parla di mille apparecchiature informatiche rubate del valore di oltre 350mila euro.

L’indagine è stata condotta in maniera tradizionale e supportata da attività tecniche complesse come le intercettazioni e l’esame di filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza, nei casi in cui è stato possibile. Analizzati poi numerosissimi tabulati telefonici intrecciati con la significativa mole di informazioni acquisite attraverso l’analisi di ogni singolo furto e coinvolgendo nelle investigazioni.