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Codice rosso, reato è anche lo sfregio al volto. In Molise una donna su 4 ha subito abusi

Secondo un’analisi di Uecoop. Per la consigliera regionale Mena Calenda il Molise ha fatto da pioniere, nei provvedimenti contro la violenza sulle donne


CAMPOBASSO. In Molise 1 donna su 4 (25,9%) fra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di abuso fisico o sessuale. Con una media nazionale del 31,5%, il Molise è una delle regioni meno ‘violente, insieme a Puglia, Sicilia e Basilicata. In Italia però, ogni giorno oltre 100 donne si rivolgono ai centri anti violenza.

E’ quanto emerge da un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati Istat, in occasione del via libera al ddl Codice Rosso contro la violenza sulle donne. “Un provvedimento importante per intervenire – sottolinea Uecoop – su un’intera area di bisogno alla quale cercano di dare risposta le reti di sostegno. Una rete di supporto che negli ultimi cinque anni ha visto le case rifugio salire a 228, mentre i centri antiviolenza sono cresciuti fino a 285, con le cooperative sociali di assistenza in prima linea nell’affrontare un fenomeno che riguarda oltre 6 milioni e mezzo di donne”.

“Una giornata storica per le donne – il commento del presidente della presidente della Quarta commissione regionale Mena Calenda – Con orgoglio e soddisfazione mi preme sottolineare come il Molise, riguardo alla violenze di genere, recentemente si sia dotato di una legge all’avanguardia, che di fatto ha anticipato le linee guida inserite nella norma nazionale”.

Tra le novità il reato di sfregio al volto, inserito nel Codice penale. “Riguardo a quest’ultimo aspetto – ha rimarcato Calenda – nella legge regionale sono stati inseriti emendamenti che portano la mia firma, volti a tutelare e supportare le vittime di danni permanenti al volto provocati da condotte violente”.

La consigliera ha quindi evidenziato che la Regione ha stanziato nel bilancio di previsione ulteriori fondi, per sostenere i centri antiviolenza presenti sul territorio. “Anche in questo caso – ha concluso – di concerto con le altre donne presenti in Consiglio regionale, abbiamo deciso di mettere al primo posto la dignità delle tante donne che quotidianamente subiscono questo subdolo fenomeno”.

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