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Uno spietato ‘game over’, quando la realtà virtuale supera la fantasia e si concretizza

L’approfondimento su un efferato fatto di cronaca nato dal gioco ‘Second Life’, a cura della criminologa, psicologa e psicoterapeuta Francesca Capozza


Uno scenario inquietante è quello che si apre dinanzi agli inquirenti a Serravalle di Vittorio Veneto (Tv) la notte del 18 Luglio. La realtà virtuale supera la fantasia e si concretizza spietatamente nella vita reale, quella vera.
L’ “Imperatore” ha fatto la mossa sbagliata e viene brutalmente ucciso dalla “Regina” e dalla “figlia” di 3 anni. Siamo dentro il gioco virtuale Second Life, un sito di giochi di ruolo in cui gli utenti “giocano” a crearsi nuove identità ed una nuova vita. Ma quella notte siamo contemporaneamente nella vita reale, quando «l’Imperatore» non fa la mossa “giusta” e la «Regina» e la «figlia» lo uccidono.
Paolo Vaj, 57 anni era l’“Imperatore”, Patrizia Armellin (sua convivente 52enne) la sua “Regina” e Angelica Cormaci (24enne siciliana amica di Patrizia e convivente con la coppia) la “figlia” di tre anni. I protagonisti si conoscono attraverso questo sito e da 4 anni la 24enne si trasferisce dalla Sicilia per unirsi alla donna (“vissuta” da lei come madre, non più solo nella vita virtuale) che già convive con Paolo. L’uomo, disoccupato, manteneva le donne, anch’esse disoccupate, con un lascito del padre e una eredità. Il legame tra le 2 diventa morboso e patologico, così come l’utilizzo del gioco, in cui i 3 si ricreano una seconda vita, perché quella vera non soddisfa e non corrisponde ai propri desideri, cercando quindi riscatto da una realtà dalla quale fuggivano sempre più spesso.
Si evince una profonda immaturità psicoaffettiva di connotazione infantile, egocentrica, centrata sulla incapacità di tollerare le frustrazioni, di gestire il naturale conflitto tra i propri desideri e la loro realizzazione che vogliono sia immediata, “senza problemi”, semplice. E’ la lotta tra le forze dell’Es ed un debole Io, non sorretto da un capace Super-Io. Indicativo, infatti, che Angelica scelga l’avatar di una bimba di 3 anni, poiché quello è lo stadio psicoaffettivo in cui la stessa si percepisce. Si crea un legame di forte dipendenza psicologica, di «sudditanza psicologica» come dirà il Gip, in cui soprattutto Angelica si sente intensamente soggiogata.
Anche Paolo aveva trovato nel mondo virtuale una sua identità, in un mondo quindi fittizio in cui i 3 protagonisti hanno vissuto a lungo, perennemente connessi, estraniandosi dalla realtà e dalle persone in carne e ossa. Confinati tra i click di una tastiera, hanno perso il contatto con la vita vera, non adoprandosi per ottenere un lavoro, azzerando ogni contatto sociale e familiare, ricercando in una Second Life quella identità e quella stima di sé naufragate e non più perseguite nel mondo reale. Quella notte Paolo Vaj, l’ “Imperatore”, viene ucciso a bastonate. Le due donne vengono arrestate per omicidio volontario in concorso. La giovane confessa subito: «L’ho fatto per Mamy». Angelica riferisce di essere intervenuta per difendere Patrizia, durante una violenta lite con Paolo che avrebbe aggredito la compagna. Le donne dichiarano che il litigio sarebbe avvenuto perchè Paolo voleva uscire per andare a bere e chiedeva di essere accompagnato in auto, essendogli stata tolta la patente per guida in stato di ebbrezza. Patrizia si sarebbe rifiutata e lo avrebbe colpito con un bastone. Poi l’uomo avrebbe impugnato un coltello a serramanico minacciando di ammazzare tutte e due le donne. A quel punto sarebbe intervenuta Angelica con il cuscino per soffocarlo. Questa la ricostruzione dei fatti fornita dalle donne ai Carabinieri. Davanti al gip però non rispondono alle domande.

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