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Inchiesta sui migranti: chiesto il processo per il sindaco di Sant’Agapito e il suo tecnico

Si sono concluse le indagini relative all’operazione ‘Welcome to Italy’, messa a segno un mese fa dalla Guardia di Finanza di Cassino. La parola passa la Gup


ISERNIA. Maxi inchiesta sull’accoglienza dei migranti: concluse le indagini in merito all’operazione ‘Welcome to Italy’, messa a segno un mese fa dalla Guardia di Finanza di Cassino. I pm titolari del fascicolo Alfredo Mattei e Luciano D’Emmanuele hanno chiesto il rinvio a giudizio dei 25 indagati, tra cui il sindaco di Sant’Agapito Giuseppe Di Pilla e il tecnico comunale Salvatore Maddonni.

I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere, alla corruzione di dipendenti pubblici, dall’estorsione alla truffa ai danni dello Stato, oltre a frode in pubbliche forniture e abuso d’ufficio. La parola passa ora al gup, chiamato a decidere se aprire un processo a carico di tutte le persone coinvolte oppure disporre l’archiviazione.

Nello specifico, Di Pilla e al responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Sant’Agapito sono accusati, in concorso, di aver proceduto all’assegnazione dell’attuazione del progetto Sprar sul territorio comunale alla cooperativa ‘La Casa di Tom’, in cambio dell’assunzione di tre persone, tra cui stretti familiari, per importi complessivi di 18.896 euro, 32.385 euro e 15.382 euro cadauna.

Il tutto si sarebbe concretizzato con l’affidamento diretto del servizio dal 2014 ad oggi, “senza la preventiva consultazione di almeno cinque operatori economici […] – recita l’ordinanza del gip – e comunque non rispettando i principi di economicità, efcacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità”. Inoltre, è contestato loro il mancato invio e la mancata conservazione della documentazione obbligatoria inerente alle spese sostenute, comprensive di quelle relative al personale, al Servizio Centrale dello Sprar, al fine di consentire i controlli a campione a cura del Servizio stesso.

Alla luce di ciò, nei loro confronti è scattato il sequestro preventivo delle somme date dal totale delle retribuzioni erogate in favore delle tre assunte, ossia 66.663 euro.

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