Isernia, omicidio o malore? Una perizia per risolvere il mistero del detenuto morto

Il gup del tribunale pentro ha affidato questa mattina l’incarico a un neurochirurgo e a un medico legale, chiamati ad accertare le cause del decesso di Fabio De Luca


ISERNIA. Omicidio o malore? Sarà una nuova perizia a fare luce sul decesso di Fabio De Luca, il detenuto morto nel novembre 2014, mentre era recluso nel carcere di Ponte San Leonardo.

Questa mattina il Gup del Tribunale di Isernia Antonio Sicuranza ha affidato l’incarico al neurochirurgo Ettore Sannino e al medico legale Carmen Semente. La perizia sarà consegnata il 30 aprile del prossimo anno.

In Aula si tornerà invece il 7 maggio. Davanti al gup Aniello Sequino, il 25enne campano, accusato insieme ad Francesco Formigli ed Elia Tatangelo dell’omicidio del 45enne.

Va avanti il procedimento scaturito a seguito del decesso di Fabio De Luca. La sera del 5 novembre 2014, il 45enne venne portato d’urgenza all’ospedale ‘Veneziale’ con pesanti traumi alla testa. Si parlò di caduta accidentale. L’uomo, secondo le ricostruzioni della Squadra Mobile di Campobasso, che indagò sul caso, si era recato in un’altra cella per prendere una gruccia quando, alla presenza di due detenuti, avrebbe battuto la testa e sarebbe finito in coma. L’11 novembre, dopo circa una settimana di agonia in Rianimazione, De Luca morì al Cardarelli, dove nel frattempo era stato trasferito. L’autopsia, eseguita due giorni dopo il decesso, stabilì che le ferite sul corpo di De Luca erano incompatibili con una caduta accidentale.

“Trauma cranico multifocale”: fu il responso contenuto nella relazione del medico legale Vincenzo Vecchione. Morte indotta, dunque, forse a seguito di un pestaggio in cella. Per quel decesso tre ex compagni di detenzione della vittima vennero accusati a vario titolo di omicidio dalla Procura di Isernia. La svolta nelle indagini ci fu nel novembre del 2015, con l’arresto dei presunti responsabili, ora a giudizio.

La famiglia della vittima, assistita dall’avvocato isernino Salvatore Galeazzo, è parte civile nel processo e continua a chiedere che venga accertata la verità.

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