Sono 15 le regioni italiane interessate dall’inchiesta coordinata dalla Procura di Torino. Cinquanta le persone indagate, tutti uomini tra i 19 e i 55 anni, oltre ai soggetti finiti in manette e originari del Nord-est. Le vittime: neonati e bambini fino a 10 anni
TORINO/CAMPOBASSO. C’è anche il Molise tra le regioni coinvolte nella maxi operazione sulla pedopornografia online, denominata ’50 community’, condotta dalla polizia postale di Torino, che ha portato all’esecuzione di tre arresti nel nord-est di Italia e 50 decreti di perquisizione con altrettanti indagati, tutti uomini tra i 19 e i 55 anni. Disoccupati, studenti, lavoratori dipendenti. Uno di loro si trova già in carcere dopo essere finito in manette per lo stesso reato.
Le accuse per tutti i soggetti – riferisce l’Agi – sono detenzione, diffusione e, finanche in alcuni casi, produzione di materiale pedopornografico prodotto in ambito familiare. Ipotesi di reato quest’ultima che indica pure la presenza di abusi.
La polizia, con l’impiego di oltre 200 investigatori del Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia online, ha eseguito dei veri e propri pedinamenti virtuali volti a scoprire l’identità dei responsabili, celata dal nickname, ‘muovendosi’ oltre che in Piemonte, in Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e appunto Molise, dove sono stati individuati i frequentatori delle chat.
Terabyte di materiale sequestrato, fotografie e video in cui le vittime sono neonati e bambini al massimo di 10 anni; in cui sono coinvolti animali e vengono adottate talvolta pratiche di sadismo. Il fascicolo d’inchiesta è stato affidato al pubblico ministero Barbara Badellino.
(Seguono aggiornamenti)
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