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Covid, processare i tamponi anche negli ospedali di Isernia e Termoli: la proposta di Pastore

Il primario del Pronto Soccorso del Veneziale torna a evidenziare le criticità legate alla gestione dell’emergenza coronavirus e ribadisce la necessità di potenziare il personale


ISERNIA. Processare i tamponi molecolari anche negli ospedali di Isernia e Termoli per decongestionare il laboratorio del Cardarelli di Campobasso. A proporlo è il primario del Pronto Soccorso del Veneziale Lucio Pastore che torna a evidenziare le criticità legate all’emergenza coronavirus, ribadendo la necessità di potenziare il personale.

“Nuovamente – scrive in un lungo post su Facebook – si è rotto l’apparecchio per effettuare i tamponi rapidi presso l’ospedale di Isernia. Ciò crea notevoli difficoltà di gestione, specie nel Pronto Soccorso, che è costretto a trattenere nei suoi locali pazienti, anche gravi, nell’attesa che da Campobasso arrivi il risultato del tampone molecolare che inviamo con ambulanze due volte al giorno. Il tampone rapido ha un indice di attendibilità inferiore al tampone classico. Si parla di attendibilità che va dal 50 al 70%.  Ancora meno attendibili sono i tamponi che utilizzano il sistema anticorpale ed il dosaggio degli anticorpi.

Sulla base di queste considerazioni e visto che la Regione ha autorizzato strutture private ad effettuare il tampone molecolare, non sarebbe giusto che il tampone molecolare classico possa essere effettuato anche presso gli ospedali di Isernia e Termoli?

In questo modo si decongestionerebbe il laboratorio di Campobasso, non saremmo costretti ad inviare ambulanze due volte al giorno al Cardarelli e potremmo avere un risultato attendibile in tempi brevi evitando di sprecare soldi con mezzi diagnostici che hanno una affidabilità minore. Ancora un altro problema. Si stanno per montare dei moduli che aumenteranno i posti letto, nella zona retrostante il pronto soccorso. Detti moduli saranno ricollegati all’area Covid ed alla rianimazione. Si presuppone che serviranno per i pazienti Covid, o sospetti Covid, della terza probabile ondata.

Ci chiediamo: stiamo diventando anche noi ospedale Covid? Ma ancora di più vorremmo sapere con quale personale dovranno essere assistiti questi pazienti vista la carenza di organico che ha messo sotto stress, fino ad ora tutto il personale e che rischia di far saltare tutto il sistema? Sembra che si utilizzino i fondi dell’emergenza – conclude Pastore – per buttare nuovo cemento mentre il vero problema attuale è la mancanza di capitale umano. Chi seguirà i pazienti dei nuovi posti letto? Si dovrà ripetere l’esperienza di malattie infettive di Campobasso dove solo 6 medici si sono trovati a dover gestire 60 pazienti Covid ricoverati?”.

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