La magistratura amministrativa ha riconosciuto le motivazioni esposte dai legali dell’associazione, secondo cui “i centri estetici sono luoghi sicuri” e lo ha fatto citando anche le linee guida stabilite dall’Inail e dal Cts
ROMA-CAMPOBASSO. Con una sentenza destinata a far discutere, il Tar del Lazio ha dichiarato nulli i Dpcm emanati dall’ex Premier Conte, nella parte riguardante le restrizioni imposte ai centri estetici.
La notizia è stata diffusa in un comunicato di Confestetica, organizzazione maggiormente rappresentativa dei centri estetici, che il 31 dicembre 2020 aveva presentato ricorso al Tar, tramite i propri legali Maria Camporesi del foro di Rimini e Ugo de Luca di Roma, e a distanza di 46 giorni, ha vinto la causa, “segno – secondo l’organizzazione di categoria – che in questo casi la giustizia ha funzionato”.
“La Presidenza del Consiglio, tramite l’Avvocatura dello Stato – spiegano i legali di Confestetica – non ha saputo giustificare l’arbitrio, l’eccesso di potere, la discriminazione, l’irrazionalità, l’illogicità e l’illegittimità dei Dpcm che hanno disposto la chiusura dei centri estetici sin dal 3 novembre scorso nelle zone rosse, senza alcuna motivazione”.
Il Tar ha riconosciuto le motivazioni esposte dai legali dell’associazione, secondo cui “i centri estetici sono luoghi sicuri” e lo ha fatto citando anche le linee guida stabilite dall’Inail e dal Cts lo scorso 13 maggio, nelle quali si stabiliva che “l’estetista lavora in ambienti generalmente singoli e separati (cabine) e le prestazioni tipiche comprendono già misure di prevenzione del rischio da agenti biologici alle quali ci si deve attenere rigorosamente nello svolgimento della normale attività professionale”.
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