Il delitto imperfetto: cronaca di un assassinio

L’analisi dell’omicidio di Faenza, in cui ha perso la vita Ilenia Fabbri, a cura della criminologa, psicologa e psicoterapeuta Rosa Francesca Capozza


FAENZA. È l’alba del 6 Febbraio 2021. La quiete del silenzio nel vicinato viene lacerata da urla disperate, strazianti. Sono le grida, le ultime parole che Ilenia Fabbri, 46enne, potrà pronunciare nel terrore di un incubo reale. Il piano era perfetto…o quasi. Doveva morire, Ilenia, quella notte, in una casa vuota e nel silenzio dell’inatteso. La figlia 21enne Arianna era uscita poco prima perché il padre 53enne Claudio Nanni, dal 2018 ex marito di Ilenia, aveva concordato di passare a prenderla di buon’ora per ritirare una macchina a Lecco. Ilenia quindi doveva essere sola in casa, a dormire. In una casa in cui la porta di ingresso (dal seminterrato) era stata resa accessibile in quanto l’uscita della figlia aveva permesso di sollevare i ganci interni di sicurezza e aprire la porta tagliafuoco. Bastava si avesse solo una copia delle chiavi per entrarvi dall’esterno. E la copia c’era. Era già pronta da mesi. Doveva andare allora tutto “liscio”, arrivando a sorprendere la vittima nel sonno e strozzandola a mani nude, per poi per mettere a soqquadro la casa e simulare un furto. Questo era il piano. Freddo. Premeditato. Ma le cose non vanno come dovevano andare. Ci sono 2 “inconvenienti”: la vittima si sveglia, lotta e tenta di difendersi dall’aggressione; inoltre in casa Ilenia non era sola, c’era un’amica della figlia, rimasta a dormire da loro, che chiama immediatamente Arianna e suo padre per raccontare in preda al panico cosa stava succedendo e riesce anche a scorgere l’assassino. Arianna sconvolta chiama i soccorsi. Sua madre intanto lotta e si divincola dalla presa del suo killer, tenta la fuga verso le scale. Il suo assassino deve però completare l’opera, comunque. E’ questo il patto. Criminale. Lo fa con la prima arma che trova: un coltello da cucina con cui la sgozza. Si allontana quindi in tutta fretta, consapevole che non c’era più il tempo di simulare il furto.
A stretto giro gli inquirenti riescono a ricomporre il puzzle trovando i pezzi mancanti. Sono 2: l’ex marito della donna, che viene accusato di essere il mandante del massacro, e un suo conoscente, il pluripregiudicato 52enne Pierluigi Barbieri, individuato come esecutore materiale. Il movente del delitto è di natura economica: un calcolo “freddo e razionale”, come la Teoria criminologica della valutazione dei costi e dei benefici di Block e Clarke suggerisce, in cui è centrale una razionalità della scelta criminale secondo un criterio di tipo utilitaristico di calcolo e analisi dei costi-benefici connessi alla commissione del reato. L’autore calcola, valuta e soppesa vantaggi e svantaggi derivanti dalla commissione del fatto illecito: se i benefici attesi risultano essere superiori ai possibili costi e svantaggi (connessi alla organizzazione ed esecuzione del reato e quelli collegati al rischio di essere scoperti e condannati), decide di commettere il delitto.