HomeNotizieCRONACAVertenza Atm, nuovo stato di agitazione del personale

Vertenza Atm, nuovo stato di agitazione del personale

Scrivono le sigle sindacali congiuntamente: “Dopo ben tre scioperi e non essendovi state novità sostanziali, ci troviamo costrette a replicare quanto fatto cinque mesi fa”.


Non mollano i sindacati e lavoratori rappresentati nella vertenza Atm. In un comunicato congiunto a firma di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e

Ugl Autoferro si rende noto che: “A distanza di cinque mesi dall’attivazione di un’analoga procedura e, dopo aver espletato ben tre azioni di sciopero, le scriventi Organizzazioni Sindacali, essendo trascorsi più di 90 giorni dall’ultimazione della fase di conciliazione tenutasi presso la Prefettura di Campobasso lo scorso 4 gennaio e non avendo riscontrato alcuna novità sostanziale, si trovano costrette a riattivare e replicare lo stato di agitazione del personale nonché le procedure di raffreddamento e conciliazione nei confronti della società Atm che espleta, come noto, per concessione della Regione Molise, il servizio di trasporto pubblico regionale.

“Contrariamente alla prassi che contraddistingue una procedura di raffreddamento, informiamo i consiglieri regionali delle motivazioni che ormai da decenni caratterizzano uno stato perenne di conflittualità vertenziale e sociale tra i dipendenti e la summenzionata società di trasporto locale e che inducono sistematicamente le stesse organizzazioni sindacali ad attivare scioperi e mobilitazioni del personale.

“Una scelta, quella di informare la politica regionale, dettata peraltro dall’imminente varo della attesa riforma del trasporto pubblico in Molise e dalla esigenza che le decisioni politiche che ne scaturiranno impediscano e scongiurino il riproporsi in un paese civile di uno scenario indecoroso che ha determinato nel tempo trattamenti e conseguenze intollerabili non solo per i dipendenti di questa impresa, ma anche per gli stessi utenti del servizio pubblico.

“Premesso che le relazioni industriali con Codesta impresa sono state da sempre ben lontane da quel sistema strutturato in livelli di partecipazione, in organismi paritetici, in fasi informative e negoziali, in assetti contrattuali e in corrette procedure relazionali che avrebbero dovuto contrassegnare un’azienda di trasporto pubblico locale che applica quel Contratto Collettivo Nazionale degli autoferrotranvieri i cui presupposti attengono, non a caso, proprio il sistema delle relazioni industriali e i diritti sindacali.

“Tale situazione che costituisce una triste eccezione soprattutto se riferita al panorama delle aziende strutturate e che operano in contesti regionali ed extraregionali, si è particolarmente acuita nel corso dell’emergenza pandemica e nella quale sono emerse le continue violazioni delle disposizioni impartite dai DPCM e dalle Ordinanze Regionali concernenti gli interventi aziendali per il contrasto e il contenimento del virus covid-19, a cominciare dalle disposizioni inerenti l’igienizzazione, la sanificazione, la disinfezione dei mezzi di trasporto e dei locali aziendali.

“Un caso emblematico attiene l’attività di bigliettazione da parte degli autisti disciplinata espressamente dall’art.36 del vigente accordo nazionale 28 novembre 2015 ed oggetto di formale provvedimento di sospensione imposto dai DPCM che si sono succeduti nel corso di tutta la fase pandemica (sia durante il Governo Conte che con l’attuale Governo Draghi) proprio al fine di contrastare la diffusione del virus covid-19.

“Ebbene la società Atm con una disposizione di servizio del 17/11/2020 ha imposto agli operatori di esercizio, ovvero agli autisti, di espletare ugualmente – a terra e non a bordo – le attività  di vendita, di controllo e di verifica dei titoli di viaggio, contravvenendo a  quanto espressamente previsto dal contratto nazionale di lavoro e dal richiamato art. 36 che invece consente l’effettuazione di tali attività, unicamente a bordo.

“E desta ancora più sconcerto che tali disposizioni aziendali, palesemente illegittime, siano state giustificate sulla base di presunte direttive impartite dalla Regione Molise che da quanto risulta alle scriventi, si sono invece limitate a rimarcare l’obbligatorietà delle attività di bigliettazione e la necessità che le stesse vengano comunque effettuate a terra, senza tuttavia minimamente indicare o consigliare la tipologia di personale preposto a tale attività e senza altresì prevedere o suggerire la violazione delle norme contrattuali vigenti.

“Peraltro a fronte di questa imposizione unilaterale, oggetto di ripetute segnalazioni indirizzate anche agli organi competenti, si sono registrate numerose contestazioni e provvedimenti disciplinari indirizzati a tutto il personale che si è rifiutato, per legittimi e comprensibili motivi di sicurezza, di ottemperare a tali disposizioni. A tale riguardo risultano altresì gravemente offensive nei confronti del personale, alcune dichiarazioni rilasciate in queste ore dalla proprietà e, nello specifico da signor Giuseppe Larivera, secondo il quale non ci sarebbe alcun rischio di contaminazione a bordo degli autobus”.

I sindacati citano inoltre “il costante ricorso durante la stessa fase pandemica agli ammortizzatori sociali da parte dell’impresa, senza peraltro prevedere e riconoscere al personale misure di integrazione salariale piuttosto che forme di anticipazione delle prestazioni erogate dall’Inps e tutto questo nonostante gli evidenti ristori predisposti dal Governo nazionale. Si riscontra, inoltre, l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale anche in assenza di un requisito oggettivo che per un’azienda espletante il trasporto pubblico, dovrebbe essere caratterizzato da una oggettiva riduzione del servizio sancita da formali disposizioni o ordinanze regionali. Molto spesso il ricorso all’ammortizzatore sociale da parte dell’azienda, è stato determinato ‘artificiosamente’ contemplando il periodo temporale eventualmente mancante rispetto alla prestazione contrattuale giornaliera, una situazione che peraltro è ordinariamente riscontrabile anche nella fase prepandemica;

“il mancato e regolare pagamento delle retribuzioni, fenomeno con il quale  i dipendenti della società Atm convivono incredibilmente da oltre un ventennio al punto da costringerli ad adire mensilmente e quindi costantemente per le vie legali per vedersi riconoscere il diritto contrattuale ad essere puntualmente retribuiti dall’azienda presso cui lavorano e che peraltro, beneficia di ingenti risorse pubbliche;

“la mancata costituzione del Comitato Covid;

“la mancata applicazione di diversi articoli del CCNL (A.N. 28/11/2015)

“l’assenza di regolamentazione sul trasferimento del personale;

“il mancato riconoscimento vestiario uniforme;

“l’orario di lavoro e nastri lavorativi superiori alle 12 ore;

“la vetustà e inefficienza dei mezzi;

“gli impianti di rifornimenti sprovvisti delle relative coperture;

“la mancata/regolare consegna dei cedolini paga;

“l’assenza di un protocollo per disciplinare il cosiddetto ‘personale inidoneo.

“Le scriventi Organizzazioni sindacali, inoltre, manifestano delusione e sgomento per gli impegni disattesi dall’azienda Atm Spa anche a fronte di specifiche e perentorie richieste formulate dall’Assessore regionale ai trasporti Quintino Pallante nel corso della riunione prefettizia di conciliazione, presieduta dal Vicario del Prefetto di Campobasso,  Dott. Pierpaolo Pigliacelli, tenutasi lo scorso 4 gennaio 2021 in modalità videoconferenza.

“Nello specifico i rappresentanti della Società Atm erano stati formalmente sollecitati dall’Assessore Regionale Quintino Pallante a “garantire I’adempimento contrattuale, oppure laddove ritenga di essere stata lesa dalla Regione o comunque di non poter rispettare gli obblighi derivanti dal contratto, ad attivare la procedura di rescissione del contratto medesimo, procedura che si riserva di avviare lui stesso ove, a seguito di attenta verifica, non dovesse emergere la piena correttezza dell’operato del concessionario. Ovviamente in tale contesto rileva, in misura determinante, l’aspetto della regolarità nel pagamento degli stipendi“.

“Così – proseguono le Organizzazioni sindacali – come sono risultate disattese le ulteriori esplicite richieste avanzate dall’Assessore Quintino Pallante al rappresentante legale dell’Atm (Dott.ssa Giovanna De Santis), riportate peraltro espressamente nello stesso verbale d’incontro del 4 gennaio 2021 ovvero “la trasmissione dei cedolini degli stipendi degli ultimi 5 anni di tutti i lavoratori dai quali si evinca il loro puntuale pagamento (…) di comunicare, per poter procedere alla separazione dei costi, quanti dipendenti ATM, sempre negli ultimi cinque anni, rivestono un profilo amministrativo, e quanti invece siano meccanici TPL e per licenze NCC. Precisa, infine che la Regione ha la necessità di ricevere, entro cinque giorni dalla data odierna, tutta la documentazione richiesta (…)”.

 “Al fine di trovare una soluzione alle problematiche sopra descritte – concludono le sigle – si richiede un incontro urgente. La presente vale come attivazione prima fase delle procedure di raffreddamento e conciliazione”.  

 

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