HomeNotizieCRONACACaporalato, arresti in Molise e Puglia: coinvolti imprenditori agricoli

Caporalato, arresti in Molise e Puglia: coinvolti imprenditori agricoli

Sette misure cautelari e 3 aziende coinvolte nell’operazione ‘Schermo’. I reati contestati intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Braccianti africani impegnati a ritmi estenuanti in aziende del foggiano e, come è stato accertato, in una ditta di Campomarino


CAMPOBASSO. Caporalato, 7 misure cautelari, 3 in carcere e 4 ai domiciliari. E 5 aziende agricole interessate dall’operazione ‘Schermo’ condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura di Foggia.

Coinvolti imprenditori agricoli della Puglia e del Molise, delle province di Foggia e Campobasso. A loro vengono contestati, a vario titolo, i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

L’indagine ha portato anche alla amministrazione controllata di beni – mobili e immobili – riferiti alle aziende agricole collegate alle persone raggiunte da misure cautelari. I dettagli dell’operazione saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà da remoto in mattinata.

Il blitz, che ha richiesto l’impiego di oltre 50 militari dei reparti specializzati dei carabinieri, è scattato al termine di un’inchiesta avviata dopo la denuncia di due braccianti della Guinea Bissau che avevano fatto mettere a verbale le condizioni di sfruttamento cui erano sottoposti per la raccolta di prodotti agricoli nelle campagne del foggiano.

Le indagini dei carabinieri si sono concentrate in particolare su due agricoltori foggiani che, attraverso una società fittizia creata ad hoc per garantire una facciata di regolarità e grazie all’intermediazione di un cittadino senegalese che dimora nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, reclutavano centinaia di connazionali anche nel Ghetto di Rignano, li caricavano a bordo di furgoni o vecchie autovetture e li portavano a raccogliere pomodori nei propri terreni o in quelli di altre aziende committenti.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, che hanno condotto una serie di servizi di osservazione e pedinamento, i braccianti africani venivano prelevati dalla baraccopoli di Borgo Mezzanone/Ghetto di Rignano e da lì, a bordo di precari automezzi, erano trasportati – dietro pagamento al vettore in alcuni casi della cifra simbolica di 5 euro – nelle campagne di Manfredonia, Stornara, Foggia Borgo Incoronata, San Severo, Ordona, nel Foggiano, e a Campomarino, per essere impiegati a ritmi estenuanti, senza nessun dispositivo di protezione individuale e sempre sotto controlli serrati da parte dei caporali.

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