Omicidio Micatrotta, De Vivo non risponde al Gip. Ma all’avvocato dice: “Ho distrutto due famiglie”

avvocato

Si è concluso in Tribunale l’interrogatorio di garanzia. Il racconto del suo legale, per il quale il 37enne ha colpito a morte Cristian dopo essere stato aggredito da almeno due persone


CAMPOBASSO. Omicidio di Cristian Micatrotta, Giovanni De Vivo davanti al Gip, nell’interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma con il suo legale, l’avvocato Mariano Prencipe, prima di essere sentito in Tribunale ha pianto e, come riportato dall’Ansa, ha detto “ho distrutto due famiglie”.

E’ durata un’ora l’udienza di convalida del fermo per il 37enne di Campobasso accusato dell’omicidio avvenuto la notte di Natale in via Vico, nei pressi del terminal degli autobus extraurbani. La vittima Cristian Micatrotta, 38 anni, geometra con la passione per il calcio.

De Vivo è arrivato al palazzo di Giustizia alle 13.30, proveniente dal carcere di Benevento ed è uscito poco dopo le 14.30. Durante l’udienza, su consiglio del suo avvocato Mariano Prencipe, non ha risposto alle domande del giudice. Erano presenti il pm Elisa Sabusco e il gip Veronica D’Agnone. De Vivo è arrivato in tribunale indossando una tuta bianca per le norme anti Covid, con il volto coperto da un foglio di carta, quando è sceso dal cellulare della Polizia penitenziaria per entrare in Tribunale. In tenuta anti contagio anche gli agenti di scorta. 

“Ha pianto tutto il tempo – le parole dell’avvocato Mariano Prencipe all’Ansa – lui è una persona al di fuori dai contesti delinquenziali classici, questa è una vicenda che secondo me va contestualizzata”.

Prencipe ha poi auspicato un’indagine approfondita per far luce sulla vicenda. Sulle motivazioni della tragedia, legata secondo la prima versione a una questione relativa alla cessione di una modica quantità di hashish, il legale si è detto certo che Giovanni De Vivo sia stato aggredito prima di compiere l’omicidio. “C’è stata una aggressione di almeno due persone nei suoi confronti. Colluttazione e pugni evidenti dalle contusioni che ha sul corpo”.

Nessuna premeditazione, “perché sono stati gli altri a recarsi sotto casa sua”, ha riferito ancora l’avvocato. Che ha poi spiegato la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida.

“Ho parlato per un quarto d’ora con il mio assistito, ma ovviamente questo tempo non è stato sufficiente per elaborare una strategia difensiva per un caso di omicidio. Quindi gli ho consigliato, in questa fase, di non rispondere anche perché lui è davvero molto scosso e ha pianto per tutta l’udienza. Ho invece evidenziato al giudice e al pm – ancora le parole di Prencipe – le perplessità e le problematiche che questa vicenda presenta, con l’impegno da parte nostra di essere parte attiva nella ricostruzione della verità, ma per fare questo serve tempo. Chiederemo di essere sentiti quando saremo pronti per dare la nostra versione dei fatti”.

A difendere la famiglia Micatrotta è invece l’avvocato Fabio Albino. Parenti distrutti dal dolore, che aspettano anche la possibilità di dare l’ultimo saluto a Cristian. Ancora non si conosce la data dei funerali. Nella giornata di domani sarà affidato l’incarico per lo svolgimento dell’autopsia, mentre va avanti l’indagine, con gli investigatori che hanno ascoltato anche il racconto delle due persone che erano con Cristian Micatrotta la sera in cui è morto, per una coltellata alla gola che gli ha reciso l’aorta. Colpito con un coltello da cucina con la lama di oltre 10 centimetri, sequestrato e al momento sottoposto agli esami della Scientifica.

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