HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLIFrosolone, la comunità incontra Don Ciotti

Frosolone, la comunità incontra Don Ciotti

L’evento, organizzato Caritas diocesana e dalla scuola di formazione ‘Paolo Borsellino’, si terrà nel pomeriggio di domani 5 ottobre. Petraroia rilancia il tema delle infiltrazioni malavitose in Molise


FROSOLONE. La comunità di Frosolone incontra Don Luigi Ciotti, il fondatore del Gruppo Abele e di Libera contro le Mafie. L’appuntamento, che si terrà il prossimo 5 ottobre alle ore 17, presso la Chiesa di Santa Maria Assunta, è stato organizzato dalla Caritas Diocesana di Trivento e dalla Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico “Paolo Borsellino”, in collaborazione con la Pro Loco Frosolone e il Comune. L’incontro avrà come tema: “Via D’Amelio, Palermo 19 luglio 1992; Via Amelia, Roma 26 luglio 1992, Paolo Borsellino e Rita Atria”.

Per l’occasione, il consigliere regionale Michele Petraroia ha inteso partecipare proprio Don Ciotti, attraverso una missiva inoltrata per conoscenza anche al Ministero Minniti, della possibilità di infiltrazioni mafiose in Molise. denunciando, al contempo, un certo ‘lassismo’ da parte dello Stato. “Ampi stralci dell’ultima Relazione Semestrale della D.I.A. al Parlamento – scrive Petraroia – confermano l’esposizione del Molise al rischio di infiltrazioni mafiose, e menzionano specificamente a pag. 110 anche l’attività della cosca Ferrazzo di Crotone legata all’Ndrangheta. Proprio in questi giorni, come attesta la stampa locale, su disposizioni dell’Autorità Giudiziaria è stato eseguito lo sfratto di uno dei boss della stessa cosca, costretto dall’obbligo di dimora in un Comune di 1.400 abitanti, che ha trovato ospitalità in alcune famiglie del posto in attesa di una sistemazione alternativa. Sulla questione, delicata e complessa, il Sindaco del Comune di San Giacomo degli Schiavoni si è rivolto al Prefetto di Campobasso rappresentandogli la giustificata preoccupazione della comunità locale ed è ancora in attesa di un riscontro auspicabilmente risolutivo del problema. La problematica delle infiltrazioni mafiose in Molise – prosegue Petraroia – è stata posta da anni agli Organi dello Stato citando il tentato sequestro di Lea Garofalo a Campobasso, le operazioni sul clan Ferrazzo del 2012, una serie di confische di beni, imprese e attività alla camorra, la presenza di figure di spicco a vario titolo della criminalità organizzata a Venafro, Isernia, Termoli, Campobasso e altre località del Molise, e più recentemente soffermandosi su diversi eventi intimidatori accaduti a confine con la Provincia di Foggia. A fronte delle sollecitazioni, delle iniziative istituzionali, delle mozioni adottate in Consiglio Regionale, delle interpellanze parlamentari e delle manifestazioni promosse sul territorio da varie associazioni, permane il silenzio dello Stato che: ha scelto di sopprimere il Comando Regionale dei Carabinieri e il distaccamento della Polizia Stradale di Larino;  non ha ancora definito le nomine dei nuovi Procuratori della Repubblica di Campobasso e Larino e non ha potenziato gli Organici delle Forze dell’Ordine, nel mentre prosegue l’arrivo di boss dall’esterno. Le fragilità del nostro tessuto sociale si sommano alla drammatica fuga dei giovani, allo spopolamento delle aree interne e al taglio di servizi pubblici essenziali come la sanità, i trasporti e la scuola, determinando un impoverimento generale, materiale e culturale, che rende impari lo scontro tra legalità e illegalità. Questa consapevolezza – conclude il consigliere – non deve indurci alla resa, ma al contrario, deve spronarci ad unire tutte le energie disponibili a livello locale e nazionale, per lottare insieme a tutela delle nostre comunità e dei nostri giovani”.

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