HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLIIl premio Nobel Theodor Mommsen, Francesco Saverio Cremonese e Agnone

Il premio Nobel Theodor Mommsen, Francesco Saverio Cremonese e Agnone

Un doveroso ricordo, dello storico-epigrafista che seppe raccogliere l’immensa mole di iscrizioni latine sparse in tutto l’Impero Romano, nel bicentenario della sua nascita


Theodor Mommsen, nasce a Garding nello Schieswig, terra allora sotto la corona di Danimarca, il 30 novembre 1817. Il padre era un parroco protestante. I Mommsen erano di classe contadina e nordica, pertanto caratterizzati da una certa durezza e fierezza, un realismo che ha caratterizzato la vita di Mommsen. Nel 1838, si era iscritto a giurisprudenza all’università di Kiel. Nel 1843 si laurea. Mommsen studiava la storia con un senso critico severissimo. Non più miti, ipotesi campate in aria; tutto doveva essere documentato.  

Il 30 dicembre 1844, Mommsen arrivò a Roma; suo punto di riferimento fu l’Istituto di Archeologia sul Campidoglio. Tra i suoi amici, il grande Giovanni Battista De Rossi, scopritore della Roma delle catacombe, ed il tedesco Wilhem Henzen, primo Segretario dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma e soprattutto il più grande epigrafista dell’Ottocento, Bartolomeo Borghesi. Quest’ultimo, Mommsen lo andò a trovare a S. Marino, dal 13 al 23 luglio 1845 e gli mostrò il suo gigantesco progetto di raccogliere tutte le epigrafi della romanità, (il Corpus inscriptionum Latinarum – CIL). Borghesi scrisse in seguito: “Nessuno studioso al mondo mi ha fatto tanta impressione“.  Per dimostrare di cosa era capace, Mommsen raccoglieva, catalogava, interpretava le “epigrafi napoletane” che sarebbero uscite alcuni anni più tardi. (Italo Alighiero Chiusano, “Theodor Mommsen e Roma”. In “Storia illustrata”, n.265 – dicembre 1975; Mondadori).

Mommsen giovaneNel 1848 fu nominato alla cattedra di Lipsia. Nel mese di maggio 1849 a Dresda, ci fu una rivolta che fece vincere i conservatori; Mommsen si rifiutò di eleggere un nuovo deputato imposto dal nuovo governo reazionario e fu sospeso dall’insegnamento. Il 22 aprile 1851 fu espulso e dovette accettare nel 1852 la nomina all’Università di Zurigo.

Quando insegnava Diritto Romano all’Università di Lipsia, decise di tenere una conferenza per far comprendere i suoi studi alla gente comune; decise di parlare dei fratelli Gracchi. Mommsen con la sua vocina esile, non era un buon oratore, ma due giorni dopo si presentarono due direttori della casa editrice Weidmann; Karl Reimer ed il suo collega Hirzel e gli proposero di scrivere per loro, una storia di Roma divulgativa. Mommsen accettò.

Uscita a Lipsia tra il 1854 e il 1856 la ” Storia di Roma “, venne subito considerata un capolavoro. Essa si interrompe dopo l’arrivo di Cesare al potere. A Cesare gli dedica le pagine migliori perchè in lui Mommsen vede un genio. La pubblicazione fa di Mommsen nel giro di due anni un uomo universalmente riconosciuto e ammirato. Il governo prussiano lo chiamò all’università di Breslavia dal 1854 al 1858. Finalmente, dopo l’ottimo lavoro da lui svolto con le iscrizioni napoletane, pubblicate nel 1852, l’Accademia letteraria di Berlino, nel 1853, gli affidò, quello che era il sogno della sua vita: raccogliere con un gruppo di collaboratori da lui diretti, l’immensa mole delle iscrizioni latine sparse in tutto l’impero romano. Altri avevano provato ma nessuno riuscì. Mommsen realizzò incredibile impresa. Il primo volume uscì nel 1863; complessivamente, fino al 1903, anno della sua morte, era stata realizzata tutta la prevista copertura dell’Italia e dell’Impero Romano, con 135.713 iscrizioni pubblicate di cui 13.838 tra le falsae. Altri volumi uscirono anche dopo la sua morte. (Silvio Panciera: “Quo Tempore Imprimebantur; Momsen revisore dei volumi non suoi del CIL”, Atti dei Convegni Lincei, 207: Teodor Mommsen e L’Italia; Roma 3-4 dicembre 2003).

Berlino non poteva più trascurarlo. Finalmente nel 1858 venne chiamato a insegnare, Storia Romana, nell’università di Berlino e ci restò quarantacinque anni.  La sua bibliografia completa arriva a 1500 numeri.

Nel 1902 gli assegnarono il premio nobel per la letteratura.

Più letti

Il tombolo alla conquista del mondo: dalla Slovenia a Isernia per...

Sonja Bogataj e Meta Gregorac vengono dalla Idrija Lace School, la più grande e antica del mondo: sono state accolte dalle 'pizzigliare' del centro...
spot_img
spot_img
spot_img