L’effetto ‘Fomo’: la paura di restare fuori

La paura dell’esclusione a mezzo social nell’analisi dell’I-Forensics Team di Isernia: il gioco al rilancio delle ‘condivisioni’ innesca un circolo vizioso che può generare ansia e depressione


Le nuove tecnologie hanno semplificato le nostre attività. Tutto ciò che prima richiedeva tempo e impegno, ora può essere svolto in modo semplice e veloce. Internet permette di condividere velocemente qualsiasi tipo di informazione, con chiunque e da qualsiasi luogo. Tuttavia, volendo essere onesti, l’evoluzione tecnologica non ha portato sempre e solo migliorie, ma anche problemi, disagi e nuove patologie.

Secondo molte ricerche, coloro che più subiscono le conseguenze nefaste di un impiego smodato e inconsapevole delle nuove tecnologie sono proprio i cosiddetti ‘nativi digitali’, cioè i giovani e i giovanissimi. Da qualche tempo, diversi ricercatori si sono accorti di come un utilizzo massiccio dei social network abbia un forte impatto sui nostri stati emotivi, specialmente su quelli di chi sta ancora crescendo e formando la propria personalità. L’Happiness Research Institute di Copenaghen ha condotto un’indagine su un certo campione di individui, chiedendo, alla metà di queste persone, di smettere di utilizzare Facebook per una settimana. L’esperimento sociologico ‘Facebook Experiment – Does social media affect the quality of our lives?’ è partito dalla premessa che i cosiddetti social media (tra cui Facebook) rappresentano un canale di notizie continue. L’indagine ha dimostrato come un flusso continuo di informazioni relative alla vita degli altri, una vita che, condivisione dopo condivisione viene resa sostanzialmente pubblica, tende a distorcere la percezione della realtà. Il 78% del campione analizzato spendeva almeno 30 minuti della propria giornata su Facebook e, tra questi, ben l’86% accedeva al social network ogni volta che riceveva una notifica. Ne è risultato che coloro che avevano vissuto la settimana senza Facebook si sentivano molto meglio, più felici e concentrati, meno soli e tristi e più soddisfatti della propria vita sociale. Coloro, invece, che avevano continuato a connettersi abitualmente erano più stressati del solito, più tristi e soli e, in modo particolare, più invidiosi della vita altrui. Costoro, infatti, anziché concentrarsi sui propri bisogni, tendevano a focalizzarsi su tutto ciò che gli altri avevano o facevano. Questa situazione genera, tutt’oggi, un vero e proprio ‘circolo vizioso’: se è vero che la maggior parte delle persone preferisce postare la parte migliore della propria vita, le esperienze più belle e più attraenti, ci si accorge facilmente come è facile invidiare, una volta offline, tutta questa felicità altrui. Si cerca, quindi, di ‘ribattere’ condividendo ogni cosa che possa rappresentare un nostro personale successo. Questo innesca, a sua volta, ulteriori sentimenti di invidia generando un vorticoso ‘gioco al rilancio’ in cui, alla fine, il tornaconto per ognuno sarà solo quello di sentirsi ancora più tristi e soli.

Ecco allora nascere e diffondersi un nuovo tipo di paura che lo scienziato sociale Andrew Przybylski dell’università di Oxford ha chiamato ‘Fomo’ (acronimo di Fear Of Missing Out), ossia la pervasiva apprensione che gli altri vivano esperienze gratificanti alle quali non si sta partecipando. Si tratta, insomma, della paura di perdersi qualcosa di importante, di essere ‘tagliati fuori’ da qualcosa di meraviglioso che sta o possa accadere e che è caratterizzata dal desiderio di rimanere costantemente connessi a ciò che gli altri stanno facendo. Una paura che genera continue insoddisfazioni della propria esistenza e che mina la salute psicologica e il benessere fisico di un individuo, con ansie e depressioni profonde.

Un simile fenomeno può essere facilmente contrastato ricordando che il mondo dei social è un mondo tutto sommato falso, come falso è quello dei reality televisivi. Pertanto, piuttosto che postare successi e felicità posticce, cercando l’approvazione degli altri o invidiare foto e sorrisi altrui, ritoccati da complicati filtri di Photoshop, pensiamo piuttosto a vivere le nostre amicizie, i nostri amori, a mangiarci una pizza in compagnia o a godere di una bella gita fuori porta in una bella giornata di sole.

                                                                                    I-Forensics Team