HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLIUnimol, al via il nuovo Erasmus+ invernale

Unimol, al via il nuovo Erasmus+ invernale

Una scuola di cooperazione universitaria tra l’Europa, l’Asia Centrale e la Cina per la Land Degradation Neutrality


CAMPOBASSO. Perdita di suolo, abbandono dei terreni coltivati e vulnerabilità del paesaggio, sono tre aspetti del degrado del territorio che colpisce l’Italia in maniera significativa per il circa il 25% della superficie nazionale. Queste tematiche saranno al centro del dibattito della prossima Winter School internazionale dell’Unimol, intitolata ‘Involving Rural Community in Achieving Land Degradation Neutrality’ (Il coinvolgimento delle comunità rurali ai fini della Land Degradaton Neutrality), coordinata da professori Angelo Belliggiano e Claudio Colombo. La scuola è destinata principalmente agli studenti dei corsi di laurea magistrale in Scienze e tecnologie agrarie, ma sarà frequentata anche da studenti (soprattutto stranieri) dei Master in Biotecnologie, Ingegneria ambientale e Geologia.    

Le lezioni della nuova Winter School saranno rivolte ai temi della Land Degradation Neutrality – LDN, secondo un approccio multidisciplinare e partecipato dagli studenti, chiamati anche ad interpretare i ruoli dei molteplici attori coinvolti in tale processo (agricoltori, cittadini associati o meno, tecnici professionisti, policy maker, decision maker, scienziati), ai fini della elaborazione di una proposta di intervento nell’ambito di alcuni lavori di gruppo programmati. Come è noto, le produzioni agricole continuano a sottrarre suolo agli ambienti naturali, riducendo la biodiversità del Pianeta. Si calcola che ogni anno ben 2 miliardi di ettari di terra (un’area pari all’estensione dell’intero Sud America) subiscono processi di degrado in 165 paesi del Mondo (soprattutto i più poveri), provocando importanti conseguenze sia a livello climatico, che geopolitico.

La situazione appare abbastanza allarmante anche in Italia, soprattutto nelle cosiddette aree interne, nelle quali i processi di abbandono della terra hanno generato gravi perdite di biodiversità e dissesto idrogeologico. Tali tematiche saranno quindi al centro delle attività della scuola invernale, organizzata come atto conclusivo del fortunato progetto ‘Iucland’ (www.iucland.eu), a partire da lunedì 10 dicembre fino al 15 dicembre, presso l’aula Fermi della Biblioteca centrale dell’Università del Molise. Il professor Colombo ha osservato che il concetto del ‘degrado del territorio’ ha subito una graduale e crescente evoluzione: “Seppur generato da cause locali, esso assume ormai la connotazione di un problema globale”. Pertanto, ha proseguito il professor Colombo, “il degrado dei suoli va studiato perché, soprattutto nelle aree più fragili, sono necessari interventi molto più energici di quelli attuali, ai fini di una più efficace azione di conservazione e recupero”.

La Winter school della prossima settimana, ha aggiunto il professor Belliggiano, “offrirà agli studenti partecipanti una formidabile occasione per osservare dall’interno i conflitti latenti del processo, attraverso l’incontro ed il confronto con alcuni stakeholder locali e nazionali (facilitato dai molteplici patrocini attribuiti alla scuola, tra i quali spiccano quelli del CREA e della Rete Rurale Nazionale – rappresentata dal dr. Marandola che è anche componente del comitato scientifico della scuola – nonché dall’ISPRA e dai Centri di Ricerca ArIA e BIOCULT dell’Ateneo), che gli stessi interpreteranno in diverse simulazioni didattiche orientate alla riproduzione di un processo di programmazione partecipata, finalizzata alla progettazione e all’implementazione di pratiche sostenibili per il territorio”.

Il progetto ‘Iucland’ si conclude quindi quest’anno dopo aver realizzato 6 Summer School internazionali nel biennio 2017-18 in tutti i sei paesi partner del progetto e in collaborazione con altre 9 Università (7 in Asia – Kazakhstan, Kirghizistan e Cina – ed altre 2 nell’UE – Croazia e Slovacchia). Il risultato principale è stato quello di proporre agli studenti del Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti e del Corso di Dottorato in Tecnologie e Biotecnologie Agrarie, oltre che una straordinaria occasione di crescita personale e culturale, anche la possibilità di affrontare il tema del degrado del territorio, assumendo sensibilità, prospettive e background culturali diversi. Come in ogni ‘impresa’ la chiusura di un ciclo impone un bilancio, che per Iucland è stato davvero positivo, come dimostrano alcuni numeri estremamente convincenti: 300 studenti coinvolti nelle 6+1 scuole estive e invernali (l’ultima) del Progetto, che ha mobilitato oltre 100 docenti universitari, partecipanti alla costruzione di un curriculum articolato complessivamente in 28 CFU (quasi una semestre), che ha impegnato gli studenti per oltre 1.000 ore di lavoro, articolato in lezioni, seminari, workshop, study visit, elaborazioni di report e di progetti. Insomma, un’occasione straordinaria per sperimentare e sviluppare nuovi percorsi formativi tesi alla modernizzazione dell’Università, sempre più aperta e plurale, nonché attenta ai bisogni dei territori, soprattutto di quelli più vulnerabili. 

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