Biennale dell’Incisione, Fratianni pensa in grande e non dimentica il ‘compleanno’ di Paolo Saverio Di Zinno

Il direttore artistico della mostra, di concerto con l’Amministrazione di Campobasso, ha inserito nel catalogo 13 stampe degli Ingegni. E rilancia l’idea di una mostra permanente: “Occorre istituzionalizzare questo appuntamento, dare forma e sostanza alla ‘Casa della Cultura’ che possa ospitare le opere donate alla città dal 2000 ad oggi”


CAMPOBASSO. E’ un appuntamento fisso per la cultura regionale e non solo. E come sempre riscuote consensi in termini di presenze e di critiche la nona edizione della Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea ‘Città di Campobasso’ ospitata nei locali dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore ‘Leopoldo Pilla’. Un progetto che ha bisogno di essere ‘concretizzato’ secondo l’idea del direttore artistico, il maestro Domenico Fratianni, che necessita di uno spazio ‘fisso’ dove poter ospitare le opere donate dagli artisti che hanno esposto dal 2000 ad oggi. Ma la nona edizione ha anche il ‘sapore’ più marcato di Campobasso: i 300 anni dalla nascita di Paolo Saverio Di Zinno trovano accoglienza all’interno del catalogo della Biennale dell’Incisione con 13 tredici stampe degli Ingegni “per un’operazione congiunta – spiega Fratianni – concordata col sindaco Antonio Battista e con l’assessore alla Cultura, Lidia De Benedittis. La Biennale diventa un mezzo per propagandare in tutta Italia e in Europa la tradizione dei Misteri di Campobasso”.

Fra i tantissimi visitatori, si confondono gli studenti che ogni giorno invadono le stanze che ospitano le opere d’arte.

“Sono altamente felice, soprattutto, per il coinvolgimento dei giovani – commenta il direttore artistico, il maestro Domenico Fratianni – La presenza della mostra in un Istituto Scolastico, il ‘Pilla’, porta il coinvolgimento quotidiano degli studenti, grazie alla ospitalità della dirigente scolastica, Rossella Gianfagna, e questo non può che farmi piacere. È la classe giovanile deputata a tramandare queste iniziative culturali”.

Al ‘Pilla’ viene proiettato per tutti i visitatori un video (presente all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma), nel quale lo stesso Fratianni mostra le varie fasi della realizzazione di un’opera incisa, dove “tutti i visitatori possono ammirare la complessità di una tecnica straordinaria”. Tecnica che ha incontrato qualche pregiudizio, soprattutto nel Rinascimento, ma che poi ha trovato il giusto riconoscimento con gli Espressionisti tedeschi che, nel periodo della Seconda Guerra mondiale, ne hanno fatto uno strumento di denuncia. “Grazie all’Incisione, infatti, rimisero le cose apposto dal punto di vista umano. L’incisione come strumento di denuncia, verifica e di pace” ricorda Fratianni.

fratianni interna verticale

La Biennale è uno dei tesori di Campobasso. “Devo constatare, infatti, che gli artisti invitati alla mostra sono felici e soddisfatti di essere presenti nel capoluogo di regione. Ha preso il sopravvento rispetto ad altre simili iniziative che si tengono su tutto il territorio nazionale. Dovremmo essere a buon punto col Comune di Campobasso – incalza Fratianni – anche con l’istituzionalizzazione della Biennale, passo fondamentale per avere, personalmente, la capacità, la facoltà e l’accortezza di potermi adoperare in maniera più convinta e serena, senza dover rincorrere i vari esponenti politici, che si alternano nelle istituzioni. La libertà di azione, infatti, darà alla Biennale ancor più sostanza e verità.

Il mio grande amico e suggeritore, Giorgio Trentin, uno straordinario storico d’arte, nonché cultore dell’arte grafica italiana ed europea – ricorda Fratianni – mi ha insegnato come, nel realizzare una iniziativa, oltre a mettere amore e dedizione, occorra partire dal territorio in cui si vive. Ho realizzato questo principio dando al Molise una propria identità nel campo dell’arte grafica. Questo mi inorgoglisce e mi fa stare sereno. Le iniziative culturali sono importanti per Campobasso e per il Molise, ma ogni cosa va fatta dando concretezza ai progetti – ha concluso Fratianni – Cristallizzare la Biennale, oltre alla sua istituzionalizzazione, vuol dire inaugurare una Casa della Cultura – dove catalogare le opere regalate al Comune di Campobasso dagli artisti che hanno esposto durante queste nove edizioni – che possa essere un nuovo simbolo e monumento della città”.

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