HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLIPorrajmos, Isernia non dimentica l’orrore dello sterminio nazifascista di Rom e Sinti

Porrajmos, Isernia non dimentica l’orrore dello sterminio nazifascista di Rom e Sinti

Il vicesindaco Pietrangelo sottolinea l’importanza dell’integrazione: “La nostra comunità è un esempio di come sia realmente possibile”


ISERNIA. La comunità isernina simbolo di integrazione reale e possibile. Lo ha evidenziato il vicesindaco Cesare Pietrangelo commentando la riuscita della Giornata della Memoria, l’evento che nei giorni scorsi è stato ospitato nell’aula magna dell’Istituto Cuoco-Manuppella, grazie all’iniziativa dell’associazione ‘Rom in progress’ e dalle cooperative ‘Il Geco’ e ‘Romano Drom’. Tema dell’incontro, moderato da Sara Ferri, è stato ‘Il nuovo porrajmos devastazione di umanità’.

L’iniziativa – ha detto Pietrangelo – vuole celebrare il ‘Giorno della Memoria’, e intende farlo con un simbolico riferimento al porrajmos, ossia la persecuzione subita dalle popolazioni Rom e Sinti durante il periodo nazifascista. Secondo gli storici, da Paolo Diacono a Masciotta, l’arrivo nel Molise di appartenenti a etnie riconducibili a quelle gitane risalirebbe addirittura a quattordici secoli or sono; e ancora oggi la nostra città conta una nutrita comunità Rom, una comunità che possiamo dire ben integrata, nonostante le giuste e sempre difendibili differenze culturali.

I Rom isernini – ha continuato il vicesindaco – frequentano le nostre scuole, lavorano in mezzo a noi, sono parte attiva delle nostre feste religiose (è il caso di ricordare la processione dei cavalli di sant’Antonio). In taluni casi, ancorché eccezionali, si sono registrati anche matrimoni misti, a sancire una integrazione molto avanzata e direi quasi totale.

Tornando al «porrajmos», non v’è notizia di particolari episodi di xenofobia contro i Rom durante il ventennio fascista a Isernia. E non ne sono stati registrati neppure negli ultimi anni. Anzi, proprio il Comune è stato più volte protagonista in importanti iniziative pro-Rom, come in occasione d’un convegno dello scorso ottobre, relativo ad un progetto europeo che ha visto la presenza a Isernia di gitani provenienti da ben nove nazioni del nostro continente. Senza contare le occasioni in cui l’auditorium Unità d’Italia ha ospitato incontri e spettacoli sulla cultura Rom e Sinti, che hanno visto una larghissima presenza di pubblico.

Tutto ciò – ha concluso Pietrangelo – dimostra come Isernia e gli Isernini non abbiano mai avuto pregiudizi e come l’integrazione sia realmente possibile. Credo che la nostra città possa essere un esempio, quasi un modello, forse da perfezionare e migliorare ma comunque valido e tangibile”.

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