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“Se c’è cibo per ricchi e cibo per poveri la società non è dignitosa”: Vandana Shiva a Poietika 2019

L’attivista indiana indica un punto di rottura importante del corso della storia, un punto dal quale deriva buona parte dei mali che stiamo vivendo: il trasferimento dei contadini in città nel corso della Rivoluzione industriale inglese


di Giovanni Petta

CAMPOBASSO Il pensiero di Vandana Shiva è lineare e puntale. E non fa sconti a nessuno. I trentuno anni spesi a dimostrare il peggioramento della qualità della nostra alimentazione, le colpe delle multinazionali che lei chiama “il cartello dei veleni” e l’importanza della biodiversità, messa in pericolo dalle monocolture e dal cibo-spazzatura, vengono esplicitate, con la forza di chi ha argomentazioni a sostegno delle sue tesi, al Savoia di Campobasso, nella seconda serata di Poietika 2019.

L’attivista indiana indica un punto di rottura importante del corso della storia, un punto dal quale deriva buona parte dei mali che stiamo vivendo: il trasferimento dei contadini in città nel corso della Rivoluzione industriale inglese. E, poi, l’uso dei pesticidi e dei fertilizzanti che ha origine dalle ricerche fatte dai laboratori voluti da Hitler nel secolo scorso.

Da qui parte il lungo percorso che ha portato all’egemonia disastrosa delle multinazionali, colossi che fanno il bello e il cattivo tempo nel condizionare la nostra alimentazione – e dunque la nostra salute – e che immaginano un futuro senza agricoltori.

Per Vandana Shiva, invece, riappropriarsi della terra e delle pratiche naturali della coltivazione è necessario per salvare la biodiversità e la creatività della natura, per salvare il pianeta.

“Le multinazionali – dice – sono proprietarie sia dei brevetti e delle pratiche di coltivazione che producono malattie, sia delle industrie farmaceutiche che producono i farmaci che dovrebbero curare tali malattie. È un circolo vizioso che va interrotto il prima possibile se vogliamo avere un futuro”.
I processi di coltivazione messi in atto dalle multinazionali producono il 50% delle emissioni che sono causa dei cambiamenti climatici. I colossi della produzione e della distribuzione pretendono di modificare il nostro modo di alimentarci senza alcun rispetto per il pianeta. La potenza delle multinazionali è dovuta anche alla pessima distribuzione della ricchezza: “Pochissime persone detengono la quasi totalità della ricchezza e ciò è il male peggiore dell’umanità”.
Il discorso di Vandana Shiva è un discorso ampio, politico e scientifico insieme. Da una parte la necessità di una vera democrazia, dall’altra i dati scientifici per dimostrare la pessima qualità del ciclo nutritivo contemporaneo, una sorta di involuzione che porta disagi e malattie.
“Parlano di un grano ‘migliore’ ma migliore per chi? Sicuramente per le multinazionali… per le persone normali c’è solo da registrare l’aumento impressionante delle intolleranze al glutine dovute ai cambiamenti prodotti nelle strutture genetiche di grano e riso”.
Il disastro raccontato da Vandana Shiva porterà l’umanità, secondo gli scienziati, a un punto di non ritorno fissato tra dieci anni. Da quel momento non avremo più la possibilità di salvarci perché tutto sarà fatto in maniera irreversibile.

Le soluzioni? Ridurre la distanza tra produttore e consumatore, lasciare la Natura libera di esprimere la propria creatività, evitare che ciò che la natura inventa diventi proprietà di pochi per mezzo dei brevetti, pensare la nostra condizione e non lasciare ai ricchi la riflessione e la decisione sul nostro futuro.
Dalla platea viene evidenziato che la sua proposta è ingenua perché in America si mangia male non solo per povertà culturale ma anche per le difficoltà economiche che costringono a scegliere il cibo-spazzatura. La Shiva risponde con decisione: “Trecentomila contadini indiani si sono suicidati perché non riuscivano ad andare avanti: la Pepsi vendeva a 20 rupie le patate che i contadini erano costretti a vendere a 0,4 rupie… Nel sistema Natura non esistono cibi costosi e cibi economici. È il sistema del commercio, gestito dalle multinazionali, che ha creato questa differenza. E la nostra alimentazione è peggiorata a causa di questo tipo di commercio. Nessuna società dignitosa permette che ci sia un cibo per i ricchi e un cibo per i poveri. È questo che dobbiamo cambiare!”.

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