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‘I volti di Poietika’: la rassegna e Campobasso raccontati nella mostra di Pino Bertelli

L’esposizione del grande fotografo toscano, ospitata nel Palazzo Gil, sarà inaugurata sabato 30 novembre e resterà aperta fino al 31 dicembre


CAMPOBASSO. ‘I volti di Poietika’, questo il titolo della mostra fotografica di Pino Bertelli, che sarà inaugurata sabato 30 novembre, alle 17, nella sala espositiva del Palazzo Gil di Campobasso.

Una mostra composta dai ritratti che il grande fotografo toscano ha realizzato dall’8 al 16 aprile – durante la settimana di Poietika 2019 – al Teatro Savoia e nei luoghi più suggestivi e significativi di Campobasso. Oggetto delle foto di Bertelli, come da titolo della mostra, i volti di Poietika: non solo gli straordinari ospiti della rassegna diretta da Valentino Campo, come Letizia Battaglia, Raul Zurita, Vandana Shiva e Wim Mertens, ma anche i cittadini, la gente comune, immortalata da Bertelli durante il suo soggiorno campobassano.

“Sui volti di Poietika e della gente di Campobasso – le parole di Bertelli – ho cercato di afferrare il nomadismo della verità e la malinconia della bellezza. Nei loro occhi, gesti, posture, ho trovato la semplicità e la meraviglia, lo stupore e una cosmogonia passionale che è propria dei popoli del Sud. Un gioire della vita senza dimenticare il cielo stellato sopra di loro. Su quei volti d’antica saggezza, più semplici del volo di una farfalla a maggio, la gioia di vivere della fotografia è un atto apocrifo di libertà, il linguaggio dionisiaco che sparge l’ebbrezza del desiderio nell’acqua lustrale del sogno, respinge l’infelicità dappertutto e raggiunge il territorio davvero sacro dell’uomo che appartiene all’uomo e lascia in ogni-dove un profumo di eternità”.

Nato nella città-fabbrica di Piombino nel 1943, Pino Bertelli è dottore in niente, giornalista, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema e fotografia. I suoi lavori sono affabulati su temi della diversità, della libertà, dell’emarginazione, dell’amore dell’uomo per l’uomo e per la difesa del ‘pianeta azzurro’ come utopia possibile. È uno dei punti centrali della critica radicale neo-situazionista.

Pier Paolo Pasolini, maestro e amico, gli regalò la prima macchina fotografica quando aveva quindici anni. I suoi fotoritratti si trovano in gallerie internazionali, musei, accademie e collezioni private. Nel corso della sua carriera ha fotografato personalità come Fernanda Pivano, Roger Waters, Noam Chomsky, Mimmo Lucano e tanti altri. Il suo interesse per l’uomo, la sua attenzione verso gli emarginati – che lo hanno portato a collaborare con Don Andrea Gallo e Reporters Sans Frontieres – lo hanno reso il testimone perfetto dei volti della gente di Campobasso, con ritratti inconfondibili nel loro riconoscibilissimo bianco e nero.

A specificare il senso dell’iniziativa la presidente della Fondazione Molise cultura Antonella Presutti. “Cosa resta di Poietika 2019? Cosa resta oltre alle emozioni, alle parole, appuntate con la penna e con la forza della memoria, che ci hanno portato in viaggio per il mondo, nella profondità della riflessione sulla bellezza? Per trenta giorni – ha rimarcato Presutti – resteranno le foto di Pino Bertelli e per sempre nei nostri occhi quei volti in bianco e nero colti in una fissità granitica o divertita”.

“Il pubblico di Poietika, gli ospiti di Poietika costruiscono una galleria di volti che, nella loro intensità, riportano all’intensità di quei giorni, all’impegno ostinato di chi lavorava dietro le quinte, alla riflessività di chi ascoltava, alla forza di chi comunicava. Sullo sfondo la bellezza di un teatro vivo, colmo, palpitante, lo scenario costante di Poietika, ma anche gli scorci delle strade, delle chiese cittadine, che costituiscono il contesto complessivo del festival, la sua forza contagiosa. Qualcuno si ritroverà tra quei visi – ha concluso la presidente della Fondazione – qualcun altro in scatti non esposti, ognuno incontrerà pezzi del racconto realizzato con sensibilità d’animo da Pino, gentile combattente, che ci ha accompagnato discretamente in ogni incontro, tra il pubblico e dietro le quinte, spinto da quella curiosità, che si è fatta presenza irrinunciabile e, per così dire, strutturale”.

La mostra sarà visitabile dal 30 novembre al 31 dicembre, da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20; domenica e festivi dalle 17 alle 20. Chiusa il lunedì.

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