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La scuola e il suo ruolo nella società al tempo del coronavirus: la lettera aperta della dirigente del Majorana-Fascitelli

La riflessione della preside Carmelina Di Nezza che evidenzia, tra le altre cose, l’importanza delle istituzioni scolastiche nella diffusione delle buone pratiche, anche a distanza, per affrontare l’emergenza sanitaria


ISERNIA. Da una scuola vuota, piena solo di “silenzio surreale” la dirigente dell’Isis Majorana-Fascitelli, Carmelina Di Nezza, scrive una lettera aperta. Una sorta di monito ai giovani studenti a rispettare le regole, un ringraziamento ai docenti per l’impegno profuso nell’approcciare un metodo didattico alternativo, una riflessione sul ruolo educativo della scuola, quanto mai necessario nei momenti difficili, e infine un inno alla speranza.
“Siamo tutti consapevoli – scrive la preside nella lunga missiva di cui si riportano alcuni stralci – del fatto che le misure restrittive imposteci siano fondamentali per tornare quanto prima alla normalità e che il dovere di limitare al minimo la nostra vita sociale sia una forma di amore e di rispetto nei confronti di noi stessi e del prossimo; per questo accettiamo di buon grado quanto ci viene richiesto, pur soffrendo inevitabilmente per le tante limitazioni.
Questa situazione ci sta costringendo a riflettere su molti aspetti della nostra vita. Limitati nei movimenti, nello svolgimento delle nostre mansioni, nei rapporti interpersonali, iniziamo a rivalutare la bellezza delle piccole, banali abitudini di tutti i giorni, dei gesti e delle parole delle persone con le quali condividiamo la nostra vita, delle tante libertà che diamo ormai per scontate.
Forse questa è l’occasione giusta per rivedere le nostre priorità, per stilare una nuova gerarchia di valori che ci aiuti a fondare una società più autentica e solidale, così come è stata l’occasione per inventare una nuova scuola.
Per noi tutti questi non sono stati giorni di pausa; – ancora Di Nezza – con i nostri specifici ruoli, abbiamo continuato a lavorare alacremente, in modo diverso ma con lo stesso impegno e lo stesso zelo di sempre. Abbiamo dovuto ripensare il nostro modo di intendere e fare scuola. Abbiamo dovuto immaginare nuove modalità e strategie di insegnamento. Abbiamo dovuto sperimentare nuovi canali di comunicazione. Ma, nel giro di pochissimi giorni, siamo riusciti a far ripartire il sistema. Anche di questo sono grata al personale tutto che, ancora una volta, non si è sottratto alla sua missione educativa, mostrando il consueto senso di responsabilità.
E a ripagare tanti sforzi è la partecipazione attiva dei nostri ragazzi alle tante attività proposte, l’impegno sociale mai spento a sostegno dell’ASREM Molise, evidenziato anche dall’iniziativa condivisa con ex studenti #IORESTOATTIVOEDONODACASA. Li vediamo motivati, determinati, desiderosi di riprendere e continuare, anche se in modo nuovo e insolito, il percorso scolastico. Il desiderio di normalità di tutti noi trova soddisfazione nella condivisione di uno spazio di vita comune, anche se virtuale. In questo triste frangente, infatti, la possibilità che le nuove tecnologie offrono di tornare a guardarsi negli occhi, ascoltarsi, lavorare insieme, azzera la distanza e la solitudine e ci dà l’illusione di essere insieme tra i banchi.
Mai come in questo momento la scuola è e vuole con determinazione essere un luogo di incontro e di socializzazione, una finestra sulle nostre vite, l’occasione per uscire dalle proprie case e ritrovarsi insieme, dialogare, confrontarsi, raccontarsi, seppur solo nelle aule virtuali del web. La sua funzione sociale è ulteriormente amplificata e valorizzata. La sua funzione educativa diventa assolutamente indispensabile perché ispiratrice di comportamenti corretti e buone pratiche.
Ed ecco da educatori cosa vogliamo insegnare con il nostro esempio. Non lasciamo che la paura abbia il sopravvento e che il sospetto comprometta le relazioni umane; non mettiamoci alla ricerca di un colpevole da accusare; non affrontiamo questa situazione con superficialità, ma adottiamo i comportamenti corretti e siamo ligi alle regole che gli esperti ci suggeriscono; rimaniamo aggrappati ai valori dell’amicizia, della solidarietà e della comprensione e per quanto possibile, complici gli strumenti che la modernità ci offre, – conclude la dirigente – manteniamo viva la comunicazione perché alimenti la speranza che si possa uscire indenni da questa emergenza, uniti pur nella lontananza. Con l’auspicio di poterci tornare ad abbracciare quanto prima”.

 

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