Agnone, Marinelli e campane anti Covid

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Un concerto e la storia prosegue


di Maurizio Cavaliere

AGNONE. Le campane ad Agnone non si fermano mai. Si muovono sulle torri del paese e suonano forte. Rintoccano anche nella casa madre, la Fonderia Pontificia Marinelli, un millennio di storia che neanche il coronavirus riuscirà a cambiare.

L’attività dei maestri altomolisani del bronzo fuso e dei suoni ha sofferto un breve rallentamento nella fase del lockdown, ma da alcune settimane si lavora di nuovo e anche il Museo internazionale che ingloba la storica fonderia ha riaperto ai visitatori nel pieno rispetto del distanziamento sociale: 25 ingressi per visita al posto dei consueti 50. Come sempre presente, con i fratelli Armando e Pasquale Marinelli, anche Tonino Delli Quadri, 82enne tecnico che dall’età di 17 lavora in fonderia e che, a fine visita, delizia il pubblico con i suoi concerti.

Lo abbiamo ascoltato domenica mattina: nel cuore della fonderia i rintocchi che segnano la solennità della storia millenaria della Fonderia Pontificia e del Museo della campana, intitolato a Giovanni Paolo II. Questi i brani eseguiti: Ave Maria di Lourdes, Inno alla Gioia di Beethoven, Va Pensiero dal Nabucco di Verdi, il Canto degli italiani (Inno di Mameli), La canzone del Piave di Ermete Giovanni Gaeta. Con intermezzi dedicati a campane e campanari: Jingle bells, Frère Jacques (Fra’ Martino Campanaro) di Jean-Philippe Rameau e ovviamente i celebri rintocchi (melodia di William Crotch) della campana più grande della torre dell’orologio di Londra: il Big Ben.

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