Monti frumentari in Molise, la storia del territorio svelata dall’araldica

Interessanti scoperte grazie allo studioso Pierluigi Russo


CAMPOBASSO/ISERNIA. Il Molise che non ti aspetti è quello del piccolissimo Comune della provincia di Campobasso di sole 164 anime che porta lo stesso nome della regione. Un centro che custodisce, quasi inconsapevolmente, testimonianze storiche di grande valore.

Grazie agli studi compiuti da Pierluigi Russo, si scopre, infatti, che all’interno del municipio è conservato, tra le altre cose, un cippo in pietra a quattro facce atto a rappresentare l’avvenuta fondazione di un monte frumentario.

I monti frumentari, chiamati anche monti granatici, vennero istituiti alla fine del XV secolo allo scopo di distribuire ai contadini poveri, con l’obbligo di restituzione, il grano e l’orzo di cui avevano bisogno per la semina ed ebbero una notevole diffusione durante i secoli XVI e XVII. Una sorta di banca dei poveri ante litteram, creata per evitare il fenomeno dello strozzinaggio a danno delle fasce più deboli della società.

monte frumentario molise blasone comuneLa scoperta dello studioso Russo ha consentito di dare un significato ad un manufatto sino ad un paio di anni fa sconosciuto e di collocare il reperto finanche tra i primi in Italia.
Il cippo, oltre a recare scolpiti su una delle sue facce i simboli dei monti e del leone con una spiga di grano quali emblemi per antonomasia dei monti frumentari, riporta anche lo stemma del Comune simile a quello della Regione Molise e la data del 1491 che fissa l’origine del manufatto o per lo meno l’inizio dell’operatività del monte frumentario sul territorio.

Testimonianze analoghe, venute a galla e documentate grazie agli studi di Russo, si trovano anche a Salcito, Trivento e Macchia d’Isernia.

Monte frumentario SalcitoA Salcito, dove la documentazione raccolta riferisce della presenza di ben sette monti frumentari, poi ridotti a quattro nell’800, lo stemma di uno di essi si trova sulla chiave di volta dell’abitazione della giornalista e scrittrice Nicoletta Pietravalle. Lo stesso riporta l’immagine dei tre monti sui quali campeggia un gallo con la stella a sei punte (o un fiore) quale riferimento ai Galluccio, una delle famiglie feudatarie del passato. Russo in proposito avanza l’ipotesi che il monte frumentario più antico di quel comune possa risalire appunto al feudo dei Galluccio.

Monte frumentario TriventoUn’altra interessante testimonianza dell’istituzione di un monte frumentario si trova poi a Trivento, all’ingresso dell’episcopio. Ad istituirlo nel 1887, come si evince anche dalle notizie disponibili sul sito della locale diocesi, l’allora vescovo Daniele Tempesta, “con il denaro ricavato dalla vendita dell’oro della statua di Nostra Signora […] onde sottrarre i poveri agli abusi degli spietati usurai”.
Il manufatto reca la rappresentazione di un leone rampante e un braccio francescano che si aggrappano ad una croce trifogliata piantata su un monte con lingue di fuoco. Evidente il riferimento all’ordine del vescovo.

Monte frumentario a Macchia diserniaIl lavoro di ricerca ha portato, infine, Pierluigi Russo anche nella provincia pentra, precisamente a Macchia d’Isernia. Qui, all’ingresso del palazzo baronale, insieme allo stemma della famiglia patrizia napoletana dei D’Afflitto, spicca quello del monte frumentario, risalente al 1839, per anni ammirato dai turisti ma mai interpretato e che oggi brilla di nuova luce.

Il Molise ricco di storia è così racchiuso anche nell’araldica: un mondo tutto da scoprire.

 

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