Arte, oggi il quarto anniversario della morte di Walter Genua. I figli: nessuna mostra in suo onore

Il messaggio lanciato nell’anniversario della scomparsa di un grande esponente molisano del mondo della pittura e della scultura


CAMPOBASSO. “Nessuna mostra in suo ricordo”. Questo il rammarico espresso dalla famiglia di Walter Genua, compianto artista molisano, in un messaggio che i figli, per mezzo dello storico e critico d’arte Silvia Velente, hanno inviato alla stampa, per esprimere il loro profondo dispiacere per il comportamento che le istituzioni locali stanno riservando alla memoria dell’amato padre.

Walter Genua è stata una delle figure più rappresentative nel panorama artistico molisano, distintosi brillantemente nei campi della pittura, della scultura e dell’incisione.

Una ricerca portata avanti con impegno e dedizione per oltre 60 anni da quando, nel 1953, si diplomò in scultura creativa all’Istituto Statale di Napoli, per poi frequentare l’Accademia di Belle Arti della stessa città. La scelta, poi, di tornare in Molise ed operare fattivamente nella sua terra, nel tentativo di contribuire alla crescita sociale e culturale di un territorio profondamente segnato dall’esperienza della guerra.

Artista, ma anche insegnante, politico e operatore culturale: molti gli eventi d’arte che portano il suo nome, tantissime le partecipazioni a rassegne nazionali di indiscusso prestigio e un ricordo vivido in quanti, oggi come allora, hanno creduto e sostenuto le sue battaglie in difesa degli ultimi, delle persone ai margini, degli esclusi. Un impegno che Walter Genua non ha mai smesso di far proprio, sia attraverso l’arte – di cui sottolineava il valore sociale – che per mezzo di una partecipazione diretta alla vita politica regionale.

Un uomo, un creativo e un cittadino coscienzioso, sinceramente radicato alla sua ideologia e irremovibile nella sua battaglia sociale e culturale, divenuta ragione di vita.

Conosciuto ai più come pittore – per via delle moltissime opere più recenti dedicate alla Metafisica – nasce scultore sotto l’egida di un altro grande nome del Molise, Antonio Venditti, suo insegnante d’Accademia; la sua ricerca plastica ha toccato punte di altissima qualità, mostrando profonda conoscenza della storia senza incappare nell’errore di rimanervi ancorato; fine sperimentatore, si è sempre dimostrato al passo con i tempi, allineando la sua arte alle migliori verifiche compiute a livello internazionale. Contestualmente, matura una sempre crescente padronanza della pratica incisoria, tecnica della quale diviene maestro (entra a far parte dell’Associazione Nazionale ‘Incisori d’Italia’ nel 1966) e che, per motivi di salute, si vide costretto ad abbandonare.

Insegnante amatissimo e stimato collega, Walter Genua ha svolto la sua professione in diverse scuole a Campobasso con grande senso di responsabilità, avendo cura e rispetto di quelle giovani menti alle quali guardava con speranza per il futuro.

Sono trascorsi quattro anni dalla sua scomparsa e la sua figura, ciò che ha incarnato, i valori che ha cercato di trasmettere con il suo duro lavoro di artista, rischiano di essere dimenticati: è questo il timore che, ormai da qualche tempo, attanaglia i suoi familiari, i suoi figli, in particolare. Non una mostra in suo onore, nessun evento pensato per conservare vivo il suo ricordo e, con esso, il senso profondo delle sue battaglie. Eppure, le istanze non sono mancate: i suoi eredi avevano espresso la volontà di donare alcune preziose sculture alle Istituzioni locali, corredando la proposta con un progetto di mostra e una pubblicazione, ma l’iniziativa non è mai decollata.

“È mancata la volontà – spiegano i figli di Walter Genua – perché, comprendendo le difficoltà di natura economica, ci siamo resi disponibili ad affrontare le spese necessarie ma la cosa non è servita a nulla. Ci siamo rivolti a molte istituzioni presenti sul territorio e, incredibilmente, in alcuni casi non ci hanno neanche degnato di una risposta. Siamo davvero mortificati – hanno concluso gli eredi del Maestro – nostro padre si è speso tantissimo per questa terra e non riuscire ad omaggiarlo come meriterebbe ci addolora profondamente. I giovani, che lui ha tanto amato, meritano di conoscere quel che è stato il suo contributo, come artista e come uomo che credeva profondamente nella possibilità di costruire un futuro migliore attraverso la cultura”.

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