A mezzo secolo dalla scomparsa il ricordo del musicologo molisano Raffaello de Rensis

Dopo gli studi universitari e la laurea in giurisprudenza, si dedicò alla sua vera vocazione


di Alessandra Gioielli

CASACALENDA. Raffaello de Rensis nacque a Casacalenda il 17 febbraio 1880, da Florimondo e Teresa Melchiorre. Dopo gli studi universitari e la laurea in giurisprudenza, si dedicò alla sua vera vocazione: la musica, divenendo un pioniere del giornalismo musicale. Ancora giovanissimo, fondò e diresse la rivista Musica e come critico musicale, negli anni ’20-’30, collaborò con Il Messaggero e con Il Giornale d’Italia, affermandosi quale firma di assoluto prestigio.

Percorse, quindi, una fortunata carriera di musicologo (fu presto noto anche nella sua terra natia: nel 1924, Eugenio Cirese gli dedicò Canzone d’atre tiempe), riservando studi a grandi protagonisti della musica: Gluck, Beethoven, Caprarola, Donizzetti, Gigli, Zandonai, Giordano, Leoncavallo, e tantissimi altri. Nel 1938, divenne segretario dell’Istituto Italiano per la Storia della Musica, presieduto da Ildebrando Pizzetti. Successivamente divenne figura di spicco di molte istituzioni musicali, come l’Accademia Cherubini di Firenze, l’Accademia Santa Cecilia di Roma, il Centro dell’Oratorio Musicale di Roma.

La produzione bibliografica di Raffaello de Rensis è importante per qualità e quantità. Fra le sue opere, che spaziano su oltre mezzo secolo, segnalo: Ottorino Respighi, Paravia, Torino 1935; Franco Faccio e Verdi. Carteggi e documenti inediti, Garzanti, Milano 1934; Arrigo Boito. Aneddoti e bizzarrie poetiche musicali, F.lli Palombi, Roma 1942 (allo stesso autore egli dedica Lettere d’Arrigo Boito e L’Amleto di A. Boito, entrambe edite da “La Lucerna” di Ancona); Ercole Bernabei. Contributo alla storia musicale del ’600, Tip. Sociale, Roma; L’anima d’un poeta (Enrico Nencioni), Roma 1907; Gaspare Spontini, Nuova Italia Musicale, Roma; D. Lorenzo Perosi, Roma 1907.

La sua iniziativa editoriale più rilevante, però, fu quella che ha portato alla prima edizione italiana delle Opere complete di Giovanni Pierluigi da Palestrina, che de Rensis affidò alla cura di Raffaele Caimiri, Lavinio Virgili e Lino Bianchi. Nel 1961 Ricordi pubblicò Musica vista, in cui sono compendiate le esperienze musicali di de Rensis.

Per concludere, va ricordato che Raffaello de Rensis non trascurò la cultura molisana. Collaborò con diverse testate regionali di fine Ottocento (nel 1898 fondò a Campobasso Il Pensiero dei giovani) e dei decenni successivi, redigendo articoli di critica letteraria e rievocando figure di illustri conterranei. Di questo periodo sono anche i volumi Sannio dimenticato (1900), Note e figure (1904), Rinascenza sannitica (1907). Raffaello de Rensis è morto a Roma il 3 novembre 1970.

Iscriviti al nostro gruppo Facebook ufficiale

isNews è anche su Telegram: clicca qui per iscriverti 

Per ricevere le nostre notizie su Whatsapp, clicca qui e salva il contatto!