HomeNatura & AmbienteLa diga del Liscione e il suo sistema ecologico

La diga del Liscione e il suo sistema ecologico

Nuovo viaggio alle scoperta dei tesori ambientali del Molise


CAMPOBASSO. La diga del Liscione è ubicata a circa 45 km in direzione NE da Campobasso nella cui provincia ricade. Lo sbarramento sul Fiume Biferno in località ‘Ponte Liscione’ ha avuto come scopo la realizzazione di un serbatoio atto a compensare la deviazione dei deflussi delle sorgenti della piana di Boiano sul versante tirrenico per l’alimentazione dell’Acquedotto Campano, secondo quanto previsto dalla Cassa per il Mezzogiorno nel ‘Piano generale per l’utilizzazione delle acque del Fiume Biferno’, redatto nel 1957.

Scopo principale della diga artificiale è stato la possibilità di creare un sistema irriguo per l’agricoltura nel Basso Molise, servire il nucleo industriale di Termoli e effettuare l’alimentazione potabile dei centri e dei relativi territori nei Comuni di Termoli, Campomarino, Portocannone, San Martino in Pensilis, Larino, Ururi e Guglionesi. Da non sottovalutare, infine, l’utilità della Diga come regolatore delle piene del corpo idrico del Biferno.

L’ambiente che si presenta nei dintorni del lago è molto antropizzato, infatti, sono visibili i segni lasciati dall’uomo che sia con le pratiche agricole, sia con rimboschimenti di specie non autoctone ha modificato quello che una volta era la vegetazione tipica di questa zona. Nonostante ciò la diga oggi è rappresentata da alcuni habitat e specie di importanza comunitaria tanto da essere inserita nel Sito di Interesse Comunitario ‘Lago di Guardilfiera – M. Peloso’, nella Zona di Protezione Speciale ‘Lago di Guardialfiera – Foce del Fiume Biferno” e nella Important Bird Areas ‘Fiume Biferno’.

La diga, per la sua posizione, rappresenta anche uno dei pochi luoghi in cui è possibile osservare sia vegetazione tipicamente mediterranea che quella caratterizzata da specie a influenza orientale. Tra gli habitat presenti si segnalano i popolamenti di Pioppi e Salici che occupano le sponde dei settori meridionali dell’invaso e che rappresentano gli unici esempi di vegetazione riparia del SIC. Il Monte Peloso, ben visibile a destra del ponte che attraversa la diga, è rappresentato da un altro habitat in cui è possibile è osservare una tipica lecceta mista di caducifoglie e sclerofille composta dal Leccio, dalla Roverella, dall’Orniello, dalla Fillirea, dall’Alaterno e dall’Asparago. 

Sui versanti ovest dell’invaso, dove le quote salgono di livello, si possono rinvenire anche il Cerro, l’Acero napoletano, l’Acero d’Ungheria, il Carpino orientale, specie che costituiscono l’habitat denominato ‘Foreste pannonico-balcaniche di cerro e rovere’. La fauna terrestre è costituita dalle specie più comuni rinvenibili sia in zone antropizzate che in zone naturali come la Volpe, il Cinghiale, il Riccio e la Donnola. Più raro invece è il passaggio del Lupo, occasionalmente visto nei pressi della diga, e della Lontra, animale legato alla presenza dell’acqua ma che evita la presenza umana. 

All’interno dello specchio d’acqua vi sono varie specie di pesci per la maggior parte introdotti come Carpe, Carassi, Cavedani, Lucci, Black bass, Anguille, Alborelle, Persici sole, Tinche, Scardole e Trote. Più importante risulta essere l’avifauna con specie sia nidificanti che svernanti. Facilmente si possono avvistare gruppi di Gabbiano reale e Gabbiano comune che negli ultimi anni non sono più legati al mare e si spingono sempre più verso l’interno in cerca di cibo. Negli acquitrini e nei luoghi dove lo spessore dell’acqua è minore si scorgono Aironi cenerini, Aironi bianchi maggiori, Garzette e Cormorani. Altre specie sono meno visibili sia perché elusive alla presenza dell’uomo, sia perché presenti sporadicamente o in particolari momenti dell’anno come la Cicogna e la Nitticora.

Nello specchio d’acqua facilmente si possono osservare lo Svasso maggiore, il Germano reale, la Folaga, l’Alzavola, il Moriglione e il Fischione. Sia sul lago che nelle zone limitrofe spesso si osservano rapaci a caccia di possibili prede come la Poiana, il Gheppio, il Nibbio reale, il Nibbio bruno, il Lanario, il Falco pellegrino, l’Albanella reale, il Falco di palude e il Falco pecchiaiolo.

Dottore Ambientale
Alfonso Ianiro

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