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Follia coronavirus, gli spacca una bottiglia in testa perché cinese: “Via, schifoso, sei infetto”

Psicosi che sfocia in violenza, non solo verbale, in varie parti d’Italia. E la comunità residente da decenni si sente discriminata “come gli ebrei un tempo”


Colpito in testa con una bottiglia perché ‘colpevole’ di essere cinese. Un giovane che stava cercando di fare benzina a Cassola, in provincia di Vicenza, è stato aggredito all’interno di un bar dove si era recato per cambiare una banconota da 50 euro con altre di piccolo taglio.

Come riferisce Open, il giornale online fondato da Enrico Mentana, la barista, alla vista dell’uomo, avrebbe gridato “tu qui non puoi entrare, hai il coronavirus”. E subito sarebbe scattata la violenza, con un avventore di 30 anni avrebbe afferrato una bottiglia di birra e l’avrebbe rotta in testa al malcapitato urlandogli farsi ingiuriose contro. La vittima dell’aggressione ha denunciato l’accaduto ai carabinieri. Nessuno, all’interno dell’esercizio commerciale, avrebbe mosso un dito per difenderlo.

Ma non si tratta dell’unico episodio di razzismo da psicosi coronavirus di cui riferisce Open: a Cividale del Friuli una donna, in un supermercato gestito da cinesi, pochi giorni fa avrebbe usato toni a dir poco violenti contro la cassiera, da 20 anni in Italia: “Ca**o di cinesi, perché uscite e continuate a contagiare la gente? Via via schifosi. Cinesi di mer*a”. Calo del fatturato di oltre il 70 per cento per l’attività e mortificazione nel trattamento ricevuto: “Io per la prima volta, dopo 20 anni in Italia, mi rendo conto che non potrò mai essere considerata italiana. Oggi i cinesi sono come gli ebrei all’epoca” ha commentato la cassiera.

 

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