HomeOcchi PuntatiCoronavirus, ecco le principali conseguenze per l’economia italiana

Coronavirus, ecco le principali conseguenze per l’economia italiana

Tutti i danni al made in Italy, settore per settore, riportati dal Sole24Ore su dati Istat, delle Camere di Commercio e di altri enti e operatori


Ricadute pesanti per l’economia italiana mondiali a causa dell’emergenza coronavirus. In Italia a pesare, tra le altre cose, è anche l’isolamento di Regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che da sole rappresentano circa il 40% del Pil. A lanciare l’allarme, tra gli altri, il commissario europeo con delega all’Economia, Paolo Gentiloni.

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, invece, ha parlato di riduzione del Pil nell’arco di un anno pari a 0,2%. Confcommercio, dalla sua, stima una perdita di 5-7 miliardi di euro nel caso in cui la crisi si prolunghi fino a maggio.

Ed ecco che il Sole24Ore riporta nel dettaglio le ripercussioni maggiori in diversi settori.

Balza all’occhio il calo del turismo, che vale 146 miliardi di euro, ossia il 12% del Pil tra i suoi 216mila esercizi ricettivi e 12mila agenzie di viaggio. Ebbene, in vista delle festività di Pasqua gli addetti ai lavori hanno registrato il crollo delle prenotazioni, con picchi di debooking del 70% per il Lazio, ad esempio, nonostante non si tratti al momento di una cosiddetta ‘zona rossa’.

Chiaramente anche l’industria risente degli effetti dell’epidemia. Basti pensare che nella sola Lombardia sono 6mila i metalmeccanici fermi, per un settore che già senza la scure del virus stava vivendo una fase di forte crisi anche nel ‘fiorente’ Nord, con un aumento delle aziende in crisi del 4,5% per un totale dii 392.

C’è quindi – prosegue il Sole24Ore – il delicato tema dell’automotive. L’agenzia di rating Moody’s ha analizzato l’impatto del coronavirus sull’intera filiera e stima che la crescita nel settore a livello globale tornerà in positivo solo nel 2021, facendo segnare un +1,5%. L’epidemia partita da Wuhan ha, infatti, ridotto la domanda e – poiché la Cina è un importante hub per i componenti auto – ha anche interrotto le catene di approvvigionamento nell’industria.

A rischio anche 138 miliardi di euro relativi al commercio internazionale movimentato dalle sole città italiane ad oggi interessate dalla presenza di casi di Covid-19, quali Lodi, Cremona, Pavia, Bergamo, Milano, Monza, Sondrio, Padova, Venezia, Treviso, Piacenza, Parma, Modena e Rimini. Male anche per quanto concerne le fiere, da sempre eventi in grado di catalizzare visitatori per un importante giro d’affari. Per la sola Milano, già costretta ad una Fashion Week alquanto contenuta, si è assistito al rinvio a giugno del Salone del mobile e del conseguente ‘Fuori salone’. I due appuntamenti danno vita, insieme, alla Design week ad una sette giorni del design che genera, secondo dati della Camera di Commercio di Milano riportati dal Sole24Ore, un indotto da 350 milioni di euro.

Vanificata, infine, la lievitazione dei numeri registrata negli anni passati nel settore ‘food and wine’. Una stima di Coldiretti su dati Istat ha rilevato un calo dell’11,9% delle esportazioni di prodotti italiani in Cina solo nel gennaio 2020, ribaltando il trend di crescita che aveva raggiunto il suo apice nel 2019. Ma non è finita, in quanto Coldiretti teme che la psicosi da coronavirus possa innescare speculazioni contro i prodotti italiani, favorendo i plagi stranieri (il cosiddetto italian sounding) a scapito delle esportazioni.

 

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