Le disposizioni per far fronte all’emergenza sanitaria contenute in una circolare del Ministero della Salute pubblicata il primo marzo scorso
Con la diffusione del coronavirus aumentano, naturalmente, le esigenze sanitarie della nazione. Pertanto, il Governo vara un piano per aumentare i posti di terapia intensiva su tutto il territorio.
Si prevede così – secondo quanto delineato su una circolare del Ministero della Salute (pubblicata l′1 marzo 2020 ed è indirizzata a Protezione civile, ministeri, assessorati, federazioni degli ordini e istituzioni sanitarie) e rilanciato dall’Huffington Post – un incremento del 50% dei posti letto in terapia intensiva e del 100% nelle unità di pneumologia e malattie infettive. Cui consegue la “rimodulazione locale delle attività ospedaliere” e la ridistribuzione del “personale sanitario per l’assistenza, con un percorso formativo ‘rapido’, qualificante per il supporto respiratorio per infermieri e medici”. Percorso dedicato ad infermieri e medici da dedicare alle aree di terapia sub intensiva.
A tal fine, – prosegue l’HuffPost – si raccomanda l’utilizzo dei corsi Fad (Formazione a distanza) disponibili presso l’Istituto superiore di sanità. Indicato poi l’utilizzo delle strutture private accreditate “per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche mediante trasferimento e presa in carico di pazienti non affetti da Covid-19″.
Per garantire inoltre il trasporto dei pazienti critici, la circolare indica che “dovranno essere costituiti pool di anestesisti-rianimatori provenienti non solo dalla Regione interessata, ma anche da altre Regioni meno interessate”. Bisognerà identificare, infine, anche “una o più strutture-stabilimenti ospedalieri da dedicare alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19″.
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