Netflix, streaming a minore qualità: l’isolamento che mette alla prova internet

A causa della pandemia da coronavirus l’Unione Europea ha chiesto a vari provider di servizi video di evitare la saturazione della rete


In questo periodo molta più gente sta lavorando da casa o, giustamente, sta passando delle intere giornate in ‘ferie forzate’. Questo ha un risvolto importante sul nostro modo di utilizzare internet: chi di noi non sta passando il suo tempo libero a recuperare qualche film o serie tv? Per non parlare delle necessità lavorative, con lo smartworking che ormai è entrato di prepotenza nella nostra routine. Ma a quanto pare ci stiamo pericolosamente avvicinando alla saturazione del sistema. Un problema più reale di quanto si pensi: Vodafone, ad esempio, la settimana scorsa ha registrato un aumento del 50% del traffico dati. Ookla, azienda leader del settore ‘speed test’ – ovvero le prove di velocità di connessione internet – aveva rilevato negli scorsi giorni un calo medio sul territorio italiano di circa 10mbp/s. Poco, se si dispone di una Fibra a 200 mega: molto d’impatto se invece abbiamo una ‘semplice’ Adsl, come su gran parte dei paesi e delle aree interne dove il divario digitale è ancora amplissimo.

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Per evitare si arrivi a un punto di non ritorno, l’Unione Europea sta correndo ai ripari. La Commissione ha infatti chiesto a Netflix e ad altre piattaforme di streaming di ridurre la qualità di trasmissione, scendendo dalla HD alla SD, nei momenti della giornata dove è più alto il carico di lavoro. Se il traffico streaming diventa troppo elevato, infatti, si rischia di saturare la rete internet e quindi impedire il corretto svolgimento del telelavoro. La scelta di ridurre la banda occupata dallo streaming video sarebbe una “opzione responsabile” per “fornire il miglior servizio agli utenti mantenendo la sicurezza delle infrastrutture”.

Finora, Netflix, Youtube e Amazon Prime Video hanno tutte confermato di aver accettato le richieste dell’Unione Europea. Per questo motivo, dunque, la visione in streaming dei contenuti del loro catalogo vedrà una riduzione di qualità per l’intero territorio europeo. Questa restrizione verrà portata avanti per 30 giorni.

Questa la dichiarazione ufficiale di Netflix: “A seguito delle conversazioni tra il commissario Thierry Breton e Reed Hastings (CeO di Netflix, NdR) – e date le criticità straordinarie generate dal coronavirus – Netflix ha deciso di ridurre il bitrate sui flussi di streaming in Europa per 30 giorni. Stimiamo che questo ridurrà il traffico legato a Netflix sui network europei di circa il 25% continuando al contempo ad assicurare un servizio di qualità ai nostri clienti”. Cosa significa però ‘ridurre il bitrate’? In pratica, che la risoluzione non calerà. Chi ha pagato per avere il 4K continuerà ad avere il 4K. Un bitrate ridotto comporta un semplice impoverimento della qualità del video, che probabilmente sarà più evidente nelle scene scure.

L’azienda di Hastings stima che con queste misure il traffico legato allo streaming in Europa sarà ridotto di circa il 25%, ma questo non significa che anche il bitrate calerà del 25%. Non si sa precisamente quali valori verranno applicati, ma l’importante è il risparmio di banda che genererà, preservando comunque in qualche modo l’alta risoluzione.

La notizia è stata accolta con entusiasmo da parte del Commissario Ue Breton: “Le misure di distanziamento sociale per combattere il Coronavirus determinano un aumento della richiesta di capacità della banda per scopi di lavoro, studio o di intrattenimento – ha dichiarato Breton – Accolgo con entusiasmo la rapida azione che Netflix ha intrapreso allo scopo di preservare il buon funzionamento della rete Internet durante la crisi generata dal COVID19 garantendo allo stesso tempo un’esperienza di qualità per i consumatori. Il Sig. Hastings ha dimostrato un grande senso di responsabilità e di solidarietà. Rimarremo in stretto contatto per seguire l’evoluzione della situazione insieme.”

Anche Amazon Prime Video ha diffuso una dichiarazione simile: “Prime Video is working with local authorities and Internet Service Providers where needed to help mitigate any network congestion, including in Europe where we’ve already begun the effort to reduce streaming bitrates whilst maintaining a quality streaming experience for our customers”. Anche qui, proprio come per Netflix, si parla di ‘riduzione del bitrate’, non quindi della risoluzione.

Una misura purtroppo necessaria di questi tempi, i cui effetti si vedranno già nei prossimi giorni.

Pietro Ranieri

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