Su L’espresso l’intervista esclusiva di Alessandra Cattoi ad Andrea Carfi, lo scienziato italiano a capo della ricerca sulle malattie infettive dell’azienda biotech Moderna che lo sta testando
Una rivelazione in grado di segnare una svolta nella lotta alla pandemia da Coronavirus: il vaccino può essere pronto già dall’autunno, per poi entrare nella grande distribuzione il prossimo anno.
A parlare alla giornalista Alessandra Cattoi per L’Espresso è Andrea Carfi, lo scienziato italiano a capo della ricerca sulle malattie infettive dell’azienda biotech Moderna che lo sta testando. “Già fra pochi mesi – dice – potrebbe essere somministrato a medici, infermieri ed eventualmente anziani. Poi deve iniziare la produzione per centinaia di milioni di persone”.
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La società americana biotech Moderna, nata in Massachusetts dieci anni fa, è stata la prima ad elaborare un vaccino sperimentale contro il Covid-19. Ed ora ha iniziato la sua corsa contro il tempo. Il 16 marzo scorso il governo americano tramite il National Institute of Health ha avviato la fase 1 della sperimentazione sull’uomo del vaccino RNA di Moderna, arruolando 45 volontari, adulti in buona salute, a cui è stato somministrato per via intramuscolare il vaccino per testarne la capacità di indurre una reazione immunitaria contro il virus, valutare i dosaggi e verificarne la sicurezza sotto il profilo della tossicità e tollerabilità.
Serviranno ora circa sei-otto settimane per elaborare i dati e passare alle fasi successive. Tuttavia i ricercatori sono cautamente ottimisti e profondono i propri sforzi per giungere il prima possibile all’approvazione del vaccino, quindi alla sua somministrazione alla popolazione.
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