Quel servizio di TGR Leonardo sugli esperimenti cinesi: un super virus già nel 2015, ma non è il Covid-19

L’estratto della puntata del 16 novembre 2015 dell’autorevole tg delle scienze apre a nuove discussioni: ma c’è una verità dietro l’origine del microrganismo. GUARDA IL VIDEO


Gabriele Parpiglia, giornalista, ha pubblicato sul suo profilo social una puntata di TGR Leonardo trasmessa dalla Rai il 16 novembre 2015. Il servizio dell’autorevole tg delle scienze racconta di un virus polmonare creato da ricercatori cinesi in laboratorio. Un esperimento che preoccupava gli scienziati da tempo. “Un gruppo di ricercatori cinesi innesta una proteina presa dai pipistrelli sul virus della Sarsa e ne esce un super virus che potrebbe colpire l’uomo”, le parole del conduttore. “Questo lo video lo pubblico non perché cerco o credo nei complotti – scrive Parpiglia – ma perché aspetto quelle verità che innegabilmente ci hanno nascosto! Nel 2015 sapevano già tutto. Che uso ne hanno fatto del virus dopo? Come, da chi e da dove è partito tutto? Chi ci dirà la verità? Chi ha fatto esplodere realmente il Covid-19?″.

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Allo scoppio dell’attuale epidemia di Coronavirus in Cina, in molti si sono chiesti se, come accaduto altre volte in passato, non ci sia proprio un incidente, una fuoriuscita del virus chimera da quel laboratorio di Wuhan, all’origine dell’attuale infezione. Alcuni scienziati hanno appena pubblicato una ricerca sulla possibile origine del Coronavirus-19, cercando di rispondere anche a questa domanda. Per quanto possa apparire complottista, ha evidentemente un suo fondamento scientifico. Ed anche etico. La ricerca, riportata da Il Fatto Quotidiano, conclude che, dall’osservazione attenta del genoma dell’attuale Covid-19 e quello ‘ingegnerizzato’ nel laboratorio di Whuan non ci sia abbastanza relazione genetica da giustificare tali sospetti e il conseguente allarme. “È improbabile che abbia avuto origine da una manipolazione in laboratorio”, spiegano gli autori. Sebbene non escludano del tutto la possibilità.

Ian Mackay, virologo dell’università del Queensland in Australia, ha spiegato alla rivista medica The Lancet: “Non siamo neanche in grado di prevedere come muteranno le influenze stagionali, da una stagione all’altra, figuriamoci prevedere come potrebbe mutare un virus presente in natura, per effetto dei salti di specie. Abbiamo vaccini per l’influenza che non sempre sono efficaci – spiega il virologo – e invece di concentrarsi sui virus che già conosciamo e migliorare i vaccini attuali, c’è gente che preferisce preoccuparsi di virus che non sono ancora divenuti trasmissibili (da uomo a uomo, ndr) e che non abbiamo alcuna idea se mai lo saranno.”

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