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Coronavirus, Italia verso il ‘risveglio’ ma con nuove regole: ecco le attività che riaprono domani

Il Paese sperimenta una ‘fase intermedia’ di ripresa. Aperti alcuni negozi, ma si registrano eccezioni regionali


Al via domani in Italia, salvo qualche eccezione, una ‘fase intermedia’ verso il risveglio dal lockdown in cui è piombato il Paese a causa dell’emergenza coronavirus. Il pericolo non è del tutto scampato, tuttavia l’economia deve pur ripartire. Ed ecco che da domani, 14 aprile, arrivano le prime riaperture di attività e nuove regole per esercenti e clienti.

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Per quanto riguarda i negozi: battenti aperti per librerie, cartolibrerie e negozi di abbigliamento per neonati e bambini. Per quanto concerne, invece, le attività produttive, il governo ha inserito nella lista delle riaperture: l’uso delle aree forestali e la silvicoltura; la fabbricazione dei computer; la cura e la manutenzione del paesaggio; le opere idrauliche, il commercio all’ingrosso di carta e cartone.

Infine, per le aziende che ancora non possono riprendere la normale attività è consentita “la spedizione della merce in giacenza, l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione”. Inoltre, previa comunicazione in Prefettura, si può spedire oppure accettare la ricezione in magazzino di beni e forniture.

Chiaramente restano ferme le regole di prevenzione e contenimento del contagio, dunque distanziamento; pulizia due volte al giorno; areazione naturale e ricambio d’aria; disponibilità e accessibilità ai sistemi per la disinfezione delle mani accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento; mascherine nei luoghi o ambienti chiusi e comunque dove non si può garantire il distanziamento; uso dei guanti ‘usa e getta’ nelle attività di acquisto di alimenti e bevande.

Gli accessi andranno scaglionati secondo le seguenti modalità: ampliamenti delle fasce orarie; per locali fino a quaranta metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori; per locali di dimensioni superiori l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando dove possibile, i percorsi di entrata e di uscita. Vanno predisposte informazioni per garantire il distanziamento dei clienti in attesa di entrata.

Regole rigide anche per chi vive all’estero e deve tornare in Italia per comprovate esigenze e al massimo per tre giorni prorogabili per altri due. All’inizio del viaggio va consegnata l’autocertificazione. Dopo cinque giorni di permanenza sul territorio nazionale, nel caso non si possa fare rientro nello Stato da cui si è partiti scatta l’obbligo della quarantena. Nell’autodichiarazione da consegnare all’imbarco, su qualsiasi vettore, vanno indicate: le eventuali esigenze lavorative; la durata della permanenza in Italia; l’indirizzo della dimora in Italia e il mezzo usato per raggiungerla dal luogo di sbarco; recapito telefonico, anche mobile.

Ed ecco le eccezioni: in Lombardia e Piemonte restano chiuse librerie e cartolerie, come gli alberghi, i mercati e le attività professionali; consentita invece la riapertura dei negozi per bambini.

In Emilia-Romagna, nelle province Piacenza e Rimini, “restano sospese le attività di commercio al dettaglio di carta, cartone e articoli di cartoleria, di libri, di vestiti per bambini e neonati”. Linea dura in termini di ‘serrata’ anche in Campania, dove il governatore De Luca teme il rischio di contagio a causa di focolai domestici. Più elasticità invece in Veneto, dove il 60% delle aziende non ha mai chiuso e dove Zaia consente l’attività motoria in solitaria anche oltre i 200 metri da casa ma intima ai cittadini di mantenere le necessarie misure di igiene e di distanziamento sociale.  

 

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