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Coronavirus, ricerche pericolose nei laboratori di Wuhan: l’allarme degli Usa due anni prima della pandemia

Il Washington Post rivela che funzionari dell’ambasciata statunitense si sono recati più volte presso il Wuhan Institute of Virology già nel gennaio 2018, evidenziando carenze nella sicurezza. Tuttavia “non sono emerse prove della fuga del virus” dalla Cina


Rivelazioni scottanti del Washington Post sull’origine del coronavirus. Già due anni fa, dunque ben prima dello scoppio della pandemia, funzionari dell’ambasciata statunitense in Cina avrebbero visitato un istituto di ricerca di Wuhan (l’Institute of Virology, che nel 2015 era diventato il primo laboratorio cinese a raggiungere il più alto livello di sicurezza internazionale nell’ambito “bioresearch”), dove si stavano effettuando “studi rischiosi” su pipistrelli e avrebbero inviato a Washington ben due avvertimenti ufficiali sull’inadeguata sicurezza dei laboratori.

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Il primo messaggio diplomatico evidenziava – riporta TgCom24 – che il lavoro del laboratorio sui pipistrelli affetti da coronavirus e la loro potenziale trasmissione umana avrebbero rappresentato il rischio di una nuova pandemia simile alla Sars. Durante le ispezioni, i diplomatici – reca scritto un cavo del 19 gennaio 2018 – “hanno notato che il nuovo laboratorio presenta una grave carenza di tecnici e investigatori adeguatamente formati necessari per operare in sicurezza”.

Inoltre, gli stessi ricercatori cinesi –si apprende da diversi dispacci – avrebbero chiesto aiuto proprio agli Usa, in termini di supporto al laboratorio di Wuhan, principalmente perché la sua ricerca su coronavirus e pipistrelli era “importante, ma anche pericolosa”.

Una ricerca le cui risultanze erano state pubblicate nel novembre 2017 dal team guidato da Shi Zhengli: lo studio dimostrava che i pipistrelli a ferro di cavallo, raccolti da una grotta nella provincia dello Yunnan, erano molto probabilmente provenienti dalla stessa popolazione che ha generato il coronavirus Sars nel 2003. “Ma soprattutto la scoperta suggerisce fortemente che i coronavirus dei pipistrelli possono essere trasmessi all’uomo per causare malattie simili alla Sars”.

Insomma, alla luce dei dispacci scoperti, non si esclude una possibile ‘fuga del virus’. Tuttavia, lo stesso Washington Post precisa che in merito “non sono mai emerse prove definitive”.

 

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