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Olandesi brava gente: il paradiso fiscale che ride in faccia all’Italia e ci tratta da parassiti

Sollecitato da un netturbino a “non dare soldi a Spagna e Italia”, il premier dei Paesi Bassi Rutte viene immortalato in un comportamento di assoluto cattivo gusto nella situazione di emergenza sanitaria che tutti stiamo vivendo. Ma i danni dei tifosi del Feyenoord alla Barcaccia ancora gridano vendetta: e a pagare furono due mecenati


“Non dia soldi a italiani e spagnoli”. “No, no. Ne prendo nota”. Risata, e pollice in su. Questo il botta e risposta tra un netturbino e il premier olandese Mark Rutte sugli aiuti richiesti da diversi paesi dell’Unione Europea in seguito all’emergenza coronavirus, immortalato in un breve video da una tv locale.

Da settimane è in corso un vero e proprio braccio di ferro per ottenere misure economiche meno stringenti per consentire una ripresa più agevole dopo questi mesi di blocco totale. Lo scontro è sull’introduzione degli eurobond che non piacciono a Germania e Olanda. E che, a quanto pare, viene percepito dal proverbiale ‘uomo della strada’ come il classico stereotipo dell’italiano parassita, assieme al cugino spagnolo avvezzo alla siesta, alle spalle degli onesti, indefessi e turlupinati popoli lavoratori del Nord. La misura è però richiesta dalle nazioni europee più esposte alla pandemia: non solo da Italia e Spagna in primis, ma anche Francia, Lussemburgo, Belgio, Grecia, Portogallo, Irlanda e Slovenia.

La pandemia, che secondo qualcuno avrebbe dovuto ‘renderci migliori’, sta in realtà facendo emergere alcuni dei più bassi istinti umani. E spiace sinceramente dover aggiungere un’altra pagina di cattivo gusto nel rapporto tra Italia e Paesi Bassi, che va a sommarsi al ricordo degli olandesi barbari di febbraio 2015, quando danneggiarono irrimediabilmente, provocando danni incalcolabili, la fontana della Barcaccia del Bernini a Roma – in occasione dello scontro di Europa League tra i Giallorossi e il Feyenoord – e che poi, al sicuro dal proprio paradiso fiscale, la fecero franca a scapito del nostro patrimonio artistico (a pagare i danni, alla fine, furono due mecenati, NdR). Ma a quanto pare, nemmeno l’emergenza globale può nulla contro pregiudizi radicati e inutili atteggiamenti sovranisti.

Pietro Ranieri

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