L’idea lanciata da una scuola paritaria in provincia di Varese. Il dispositivo, già esistente, non genererebbe problemi di privacy
Un braccialetto che si illumina e vibra per aiutare i bambini a mantenere le distanze di sicurezza al tempo del Covid-19. E non solo. Un’idea che potrebbe rivelarsi efficace dall’interno delle scuole, al vaglio della scuola materna paritaria Eugenio Cantoni di Castellanza, in provincia di Varese, e balzata alla ribalta delle cronache attraverso un articolo de Il Giornale, che ha contattato direttamente la coordinatrice Tiziana Rimoldi.
“Ogni bambino – si legge – avrà un braccialetto al polso che vibrerà e si illuminerà nel momento in cui verrà superata la distanza minima consentita di vicinanza fisica. A produrre gli oggetti in questione sarà un’azienda barese, la Metawellness, che ne sfornerà per l’occasione 200, dei quali 150 per gli alunni e i restanti per i dipendenti scolastici. Questi braccialetti, che non hanno nulla a che fare con le app dei cellulari, vengono già utilizzati in palestre, villaggi turistici e altre realtà per garantire il distanziamento”.
Antonello Barracane, amministratore unico dell’azienda, ha spiegato a Il Giornale “che vengono usati anche nelle piscine, durante le lezioni di acquagym, dove è fondamentale mantenere una certa distanza per non toccarsi violentemente durante gli esercizi. Solitamente i braccialetti hanno un costo di 25 euro cadauno. Ancora però non si sa come la spesa finale sarà suddivisa tra famiglie e scuola. Sicuramente, come confermato sia dalla scuola che dall’azienda produttrice, una percentuale andrà in beneficenza, ancora da decidere a quale associazione. Nei prossimi giorni i genitori verranno contattati direttamente dall’istituto per informarli sull’iniziativa. Intanto è stato sottolineato che il sistema non ha al suo interno alcuna app ed è a circuito chiuso”.
Ciò significa che non ci saranno problemi di privacy. “Il dispositivo – si legge ancora – memorizza internamente ID, giorno, ora e tempo di contatto con gli altri dispositivi con cui entra in prossimità. Se chi lo indossa risulterà positivo al coronavirus, si potranno ricostruire i contatti avuti con altri utenti e quindi identificare e isolare potenziali focolai e fornire i dati su richiesta all’organo governativo. I dati sono immagazzinati direttamente sul bracciale, si possono scaricare solo con software dedicato e non vengono mai scaricati sul server”.
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